Occupazione, il Polesine rallenta ma regge: traina il comparto turistico balneare

A far salire verso l'alto il dato recente è, come di consueto, il turismo estivo al mare, con afflussi importanti

Martedì 13 Settembre 2022 di Francesco Campi
La spiaggia di Rosolina

ROVIGO - Un agosto in positivo sul fronte occupazionale per la provincia di Rovigo, che continua a confermare la propria tenuta, in attesa della tempesta che rischia di scatenarsi nei prossimi mesi per i rincari sul fronte energetico, le cui ripercussioni si preannunciano inevitabilmente pesanti per il mercato del lavoro.

Il primo dato che emerge dal bollettino mensile di Veneto Lavoro è che nel mese di agosto in Polesine il saldo occupazionale, ovvero la differenza fra i nuovi contratti attivati e quelli che sono terminati, è in positivo, unica provincia con il segno + insieme a Verona, seppur con le dovute proporzioni perché le posizioni lavorative dipendenti nel settore privato in più sono 39 a Rovigo e 1.217 a Verona.

Il comparto turistico

A Rovigo a far salire verso l'alto il dato di agosto è, come di consueto, il comparto turistico balneare, che beneficia di afflussi importanti. Il mese, per le dinamiche a livello veneto, è invece storicamente in negativo ed il dato complessivo regionale è di 1.300 posizioni lavorative, pur migliore rispetto alle -1.600 del 2021 e alle -5.200 del 2019. Il bilancio occupazionale negativo, sottolinea Veneto Lavoro, è determinato prevalentemente dai contratti in apprendistato, -1.200, e da quelli a tempo determinato, -1.300, a fronte però di un consistente aumento delle trasformazioni, 5.800, +41% sul 2021 e +11% sul 2019, che contribuiscono al saldo positivo del tempo indeterminato, ben 1200 contratti in più. Per la provincia di Rovigo, pur in positivo, il dato di questo agosto è quasi la metà rispetto a quello dell'agosto di un anno fa, quando il saldo era stato di 68 posizioni lavorative in più. Per quanto riguarda il periodo gennaio-agosto, invece, il bilancio polesano è pari a 4.051 posti in più, un valore non solo superiore ai 1.174 di Belluno, ma anche ai 2.598 di Treviso ed ai 3.344 di Vicenza, nonché poco distante dai 4.225 di Padova. Le uniche province fuori scala sono Verona con 22.627 e Venezia con 38.871. Il saldo dell'intero periodo gennaio-agosto 2022 è stato pari a +76.900 unità, un valore in linea con quelli fatti registrare negli analoghi periodi del 2021 e del 2019. Per Rovigo, invece, si registra un calo rispetto allo stesso periodo del 2021, quando i posti di lavoro in più erano stati 4.291. E questo nonostante una crescita significativa delle assunzioni, da 20.711 a 21.312. Ancora di più, però, sono cresciute le cessazioni e questo fa sì che la differenza fra i due valori, quest'anno sia inferiore. Il volume delle assunzioni rispetto al 2021 è in netto incremento ovunque, con un picco del +41% a Venezia e il minimo del +3% a Rovigo.

I contraccolpi

Negli ultimi due anni di crisi il Polesine ha avuto minori contraccolpi occupazionali rispetto alle altre realtà venete, Venezia e Verona in particolare, quindi se la sua crescita sembra rallentare va ricordato che non ha avuto nel recente passato emorragie di posti di lavoro come si sono verificate altrove. Al 31 agosto, comunque, i disoccupati iscritti negli elenchi dei Centri per l'impiego della provincia di Rovigo erano 17.779, cui si sommano 14.059 persone in sospensione perché occupate temporaneamente o perché in conservazione della condizione di disoccupazione per ragioni di reddito. Il totale veneto è di 286mila persone in disoccupazione e 104.341 in sospensione Tra i disoccupati le donne sono il 60% ed i nuovi ingressi in disoccupazione nel corso del 2022 sono stati 84.200, in crescita del +7% rispetto al 2021 a conferma di un mercato del lavoro tornato ad essere particolarmente vivace.

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