Polesine. L’occupazione cresce, ma a ritmi più lenti del resto del Veneto

Da gennaio ad aprile in provincia si sono contati 2.291 posti in più

Lunedì 29 Maggio 2023 di Nicola Astolfi
Nuovi assunti in azienda metalmeccanica

ROVIGO - È più contenuta rispetto alle altre province venete, ma non è a saldo negativo nel rapporto tra cessazioni e nuovi rapporti di lavoro (come succede a Belluno con 3.000 posti in meno nel primo quadrimestre 2023, di cui 2.136 nel solo mese di aprile) la ripresa del lavoro in Polesine, che ha contato tra gennaio e aprile di quest’anno più 2.291 nuovi posti. A registrare i risultati locali è “La Bussola” mensile sul mercato del lavoro in Veneto, dove nel primo quadrimestre 2023 il saldo tra assunzioni e cessazioni nei principali contratti di lavoro dipendente (tempo indeterminato, determinato e apprendistato) è pari a più 43.895 unità. A livello regionale, dunque, nel primo quadrimestre si sono rivisti i risultati raggiunti prima della pandemia (nel 2019 il saldo era stato più 44.000 posti). E la situazione migliora rispetto al dato del primo quadrimestre 2022 (più 37.149), ma non in Polesine: il saldo 2023 nel periodo gennaio-aprile (più 2.291 posti con 10.475 assunzioni di cui 2.413 in aprile) anche se positivo, è l’unico in Veneto a segnare un livello inferiore (meno 6,1%) rispetto al saldo 2022 (più 2.439) quando le assunzioni nel primo quadrimestre erano state 10.815. Se si passa ai dati sulle “dichiarazioni di immediata disponibilità” (1.943), sommando disoccupati (1.744) e inoccupati (199), il totale è in diminuzione (meno 2,4%) rispetto allo stesso periodo del 2022.
 

LA CRESCITA
La domanda di lavoro complessiva in Veneto si attesta su livelli superiori rispetto ai quattro anni precedenti, sia nell’intero quadrimestre (più 4% sul 2022 con 220.400 assunzioni) sia in aprile, che conta 59.660 reclutamenti e un saldo di più 5% rispetto all’aprile 2022: è un dato da rilevare, visto che il mese segna l’avvio della stagione estiva in settori strategici come turismo e agricoltura.

Nei contratti a tempo indeterminato la crescita della domanda è lieve rispetto al 2022 (più 2%) ed è trainata dalle trasformazioni dei contratti a termine. Il saldo positivo nella tipologia tempo determinato (più 24.500 posizioni) si deve alle 157.800 assunzioni nel primo quadrimestre dell’anno (più 6% rispetto allo stesso periodo del 2022). Mentre per i contratti di apprendistato il saldo quadrimestrale (più 500) è tutto concentrato in aprile. Nel part-time la variazione positiva (6%) supera quella dei contratti a orario pieno ed è più consistente nella forza lavoro maschile (12%).


Rispetto alla cittadinanza, crescono di più gli ingressi di stranieri: 11% a fronte del 2% degli italiani. E in merito all’età dei lavoratori, gli ultra 50enni mostrano la crescita maggiore nei reclutamenti (più 11% sul 2022). Segue chi ha meno di 30 anni (più 7%). I risultati migliori nel saldo di lavoro dipendente (relativamente ai contratti a tempo indeterminato, determinato e di apprendistato) si registrano a Venezia (più 18.702 rispetto a più 15.437 nel 2022, di cui più 9.300 in aprile) e a Verona (più 15.368 rispetto a più 12.840 nel 2022). A Venezia in particolare, con 59.600 assunzioni nel primo quadrimestre, la crescita arriva al 18% e traina l’andamento della regione (più 4%), dove crescono soprattutto commercio e turismo (16%) ed è in ripresa l’agricoltura (3% di reclutamenti). Nell’industria alcuni settori pagano un contro rimbalzo: per l’industria conciaria meno 25% dopo il più 55% di un anno fa, meno 21% per la produzione di macchine elettriche contro il più 57% del 2022, meno 19% nell’industria chimico-plastica a fronte del precedente più 35%, e meno 17% per il legno-mobilio rispetto al più 50% di un anno fa. Stabile la situazione nel settore delle costruzioni.
 

I COMMENTI
«Siamo tornati ai livelli del 2019, che è stato un anno molto positivo - commenta l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan - va detto che il settore dove si registra una flessione è quello dell’industria. Si tratta di un contro rimbalzo dato che lo scorso anno c’è stato un boom di assunzioni. D’altro canto monitoriamo il fenomeno perché è uno dei settori che tra tutti, lamentano maggiormente la carenza di personale, soprattutto specializzato».
«Voglio sottolineare che dei 15.000 posti in più di aprile, ben 8.500 sono occupati da donne - evidenzia il presidente del Veneto, Luca Zaia - è un segnale positivo. Dobbiamo mettere in atto tutte le strategie per far sì che aumenti in maniera sempre più significativa l’occupazione femminile, leva strategica per il nostro sviluppo».

Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 10:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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