Presidio di sindacati e lavoratori davanti all'azienda: «La Socotherm non va chiusa»

Martedì 20 Aprile 2021 di Guido Fraccon
I lavoratori della Socotherm davanti all'ingresso

ADRIA - Al grido: Dopo Toronto, no al tramonto, presidio dei lavoratori Socotherm, con la regia di Filtcem Cgil e Femca Cisl, ieri pomeriggio davanti ai cancelli dell'azienda di viale Risorgimento. Una rappresentanza delle maestranze del sito adriese, che opera nell'ambito della fabbricazione di materie plastiche per il rivestimento di tubazioni, sono scesi nuovamente in strada per chiedere di non essere abbandonati ad un destino che sembrerebbe già essere segnato. Al loro fianco i segretari provinciali di Filtcem Cgil e Femca Cisl, rispettivamente Federica Franceschi ed Enrico Rigolin, e il sindaco di Adria Omar Barbierato.

«Siamo qui - ha detto Rigolin - per far sentire la nostra voce alla casa madre, la canadese Shawcor.

Siamo qui affinché Shawcor si ricordi di Adria. Tra dieci o dodici giorni al massimo, ci sarà un nuovo tavolo regionale. Ci attendiamo risposte concrete sul futuro di questo stabilimento e di questi lavoratori».


SEDE IMPORTANTE
Rigolin ha ricordato l'importanza del sito negli anni 2018 e 2019. «Da Adria - ha ricordato - sono partiti bonifici per la casa madre di oltre 17 milioni di euro. La nostra è una chiamata alla corresponsabilità. Shawcor, in Europa, dopo la chiusura del sito di Edimburgo, può contare solo su Adria e su Pozzallo in Sicilia, oltre che su un sito in Norvegia. In Norvegia, però, non possono essere effettuati rivestimenti in cemento come ad Adria, base di partenza per il Mediterraneo e l'Africa. Il mercato del oil & gas, inoltre, è in ripresa. Dentro il quadro mondiale questo sito può essere strategico e continuare a rivestire migliaia di chilometri di tubi per l'Africa e il mondo arabo».
«I lavoratori sono in cassa integrazione da 15 mesi - ha ribadito Franceschi - e sono altrettanti mesi che stiamo attendendo una risposta che non arriva». Si attendono risposte a breve, aggiunge il sindacalista. «La perdita di Socotherm rappresenterebbe una perdita non solo per le famiglie, ma anche per l'intero territorio. Hanno incaricato una società specializzata in reindustrializzazione non per vendere Socotherm, ma per vendere lo stabilimento vuoto, senza capacità produttiva. Non stanno tenendo conto del territorio e delle sue capacità».


IL SINDACO
La conclusione è stata del sindaco Barbierato. «Dobbiamo tenere alta l'attenzione finché non ci saranno risposte sul futuro del nostro sito e su quello di queste famiglie. Una risposta deve essere data in maniera chiara».
Shawcor, il cui titolo in Borsa sta andando particolarmente bene, nell'ultimo anno ha chiuso sette siti, con una riduzione dei costi del personale pari al 22 per cento. Il bilancio 2020, inoltre, ha registrato un fatturato di 1,2 miliardi di dollari. I lavoratori dovrebbero proseguire con la cassa Covid fino a giugno e poi con la cassa integrazione straordinaria.


LA VERTENZA
Nel frattempo la Felsa Cisl Padova Rovigo, che ha difeso in una causa di lavoro due lavoratori somministrati nella Socotherm, canta vittoria. La causa era basata sull'utilizzo da parte della Socotherm dei contratti in somministrazione oltre i limiti previsti dalla legge. Dopo una proposta conciliativa, le parti hanno trovato un accordo. La somma è stata pagata in parte dall'azienda e in parte dall'agenzia per il lavoro.
 

Ultimo aggiornamento: 10:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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