L'Irsap si offre come primo centro vaccinale ospitato delle aziende polesane

Venerdì 9 Aprile 2021 di Alessandro Garbo
La sede dell'Irsap

ARQUÀ POLESINE - Un nuovo centro vaccinale potrebbe presto sorgere in Polesine. È il progetto ambizioso svelato dall’Irsap di Arquà, storica azienda polesana leader nel settore del riscaldamento e del condizionamento in Europa.

L’amministratore delegato Fabrizio Rossi ha già avviato contatti con le associazioni di categoria e l’Ulss: si attende solo il via libera, atteso entro un paio di settimane.

SPAZIO DISPONIBILE
«In via delle Industrie abbiamo uno spazio indipendente dalla produzione e dagli uffici, utilizzato in precedenza per l’accoglienza dei clienti. Si tratta di 500 metri quadrati, un parcheggio, due grandi sale, ingressi e uscite separati: è la sede ideale per ospitare un centro vaccinale, ne abbiamo discusso già con Confindustria Venezia-Rovigo, con l’Ulss 5 Polesana e il direttore generale Patrizia Simionato, e con Confartigianato - spiega l’ad Rossi - Non abbiamo alcuna preclusione e speriamo si possano coinvolgere altre aziende del territorio: non vogliamo vaccinare solo i 440 dipendenti di Irsap, ma anche altre persone. Servono voglia, tempo e risorse economiche da investire, ma siamo fiduciosi e vogliamo diventare un polo aggregativo».

PERSONALE DISPONIBILE
Lo stabile è quasi pronto all’utilizzo, bastano solo un paio di ritocchi: «Non servono lavori di ritinteggiatura alle pareti e l’impianto di climatizzazione è ok: occorrono tre box per gli infermieri, un banco riservato all’accoglienza e uno per la sala d’attesa, vanno messi poi in funzione i computer, Ma non ci sono problemi per i collegamenti online. L’Irsap è disponibile a impiegare una persona per l’accoglienza, un responsabile interno della sicurezza pronto a seguire l’intero progetto e un medico del lavoro a disposizione, in caso di necessità, anche per le altre aziende. Se acceleriamo, in un paio di settimane il centro vaccinale può diventare realtà ed entrare definitivamente in funzione».

DOTAZIONE DI VACCINI
Le incognite maggiori arrivano dall’approvvigionamento dei vaccini: «L’Aifa ha dato il via libera al Johnson&Johnson, l’unico monodose tra quelli approvati finora dalle agenzie regolatorie mondiali. In Italia arriverà dal 19 aprile e sarebbe l’ideale per il centro Hub che metteremo a disposizione». Le tre ondate dalla pandemia hanno solo sfiorato il maxi-stabilimento di Arquà Polesine: «Siamo stati attenti e fortunati, abbiamo avuto casi sporadici e le persone sono state subito isolate. L’aspetto più importante è che nessuno ha dovuto ricorrere all’ospedale, sono stati curati a casa». Fabrizio Rossi rimarca i numerosi benefici che porta con sé la campagna vaccinale: «Uno dei nostri obiettivi è mettere in sicurezza la comunità interna all’azienda e lavorare con più tranquillità: è arrivato il momento in cui le imprese si devono mettere a disposizione della comunità, questa è una grande opportunità da cogliere. Abbiamo uffici riservati a singoli dipendenti, ma altri in cui lavorano dieci persone, la fabbrica ha zone lontane, ma c’è sempre il problema della mensa: per questo motivo vaccinare garantirebbe una maggiore serenità in ambito lavorativo».

APRIPISTA
L’amministratore delegato spera che la mossa di Irsap faccia da apripista ad altre realtà: «Mi piacerebbe fossimo i primi a partire in Polesine, ma altri centri vaccinali messi a disposizione dalle ditte potrebbero sorgere sia nel Basso che nell’Alto Polesine. Richiede un’organizzazione complessa e servono ampi spazi, ma le aziende con una certa dimensione lo possono fare». Nella lotta al Coronavirus Governo e sindacati hanno raggiunto l’intesa, si potrà vaccinare in azienda. Costituirà, si apprende dal protocollo, un’attività di sanità pubblica nell’ambito del Piano strategico nazionale. Già decise alcune linee guida: adesione volontaria dei dipendenti, tutte le imprese possono candidarsi liberamente, se la vaccinazione avviene nella giornata lavorativa sarà equiparata a tutti gli effetti all’orario di lavoro.
 

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