ROVIGO - Sulla questione Iras almeno ora c'è il bicchiere. Da capire se sia mezzo pieno o mezzo vuoto, ma ieri la prima e la seconda commissione consiliare hanno approvato la delibera già varata dalla giunta che come spiegato dal sindaco Edoardo Gaffeo, gli dà mandato per sottoscrivere l'accordo di programma con Regione, Ater e Ulss 5 per il riutilizzo di Casa Serena, passaggio ritenuto dalla parte tecnica di Palazzo Nodari, come ribadito dal segretario generale Alessandro Ballarin, l'unica strada per arrivare allo scioglimento consensuale della convenzione con l'Iras che regola la gestione di Casa Serena stessa. Questo rientra nella parte del bicchiere mezzo pieno. La seduta, che si è tenuta nell'aula consiliare di Palazzo Nodari, ha visto la partecipazione anche dei capigruppo, ma soprattutto di una folta delegazione di rappresentanti sindacali e lavoratori dell'Iras che non capiscono ancora cosa sarà di loro. E in effetti ancora non è chiaro.
I TIMORI
IL PRIMO CITTADINO
Tuttavia, tornando alla parte del bicchiere mezzo pieno, il sindaco si è detto «molto ottimista: è chiara la volontà di arrivare alla soluzione. C'è stato un lavoro lungo, importante, complicato, che ha avuto anche momenti di tensione, ma che mai si è interrotto e siamo in dirittura d'arrivo: abbiamo i documenti sul tavolo, mancano alcuni dettagli ai quali stiamo lavorando. Credo sia questione di pochi giorni, ormai i principali nodi sono stati smarcati, l'impostazione dell'operazione nella sua intelaiatura complessiva è definita da mesi. Siamo ai dettagli, sono importanti, ma possiamo definirli».
Nella bozza di accordo si prevede che una parte di Casa Serena, settemila metri quadri, quella attualmente a casa albergo, venga acquistata dall'Ater per 2,8 milioni, somma che il presidente dell'ente Guglielmo Ferrarese ha già detto essere troppo alta, mentre per la restante parte il Comune si impegna a realizzare i lavori di manutenzione e ristrutturazione necessari per poi affittarla all'Ulss per attività sanitarie, attività di formazione, centri diurni e foresteria, mentre un'altra porzione, grazie agli Ambiti territoriali, ha ottenuto un finanziamento di 2,4 milioni del Pnrr per un progetto di domotica per la non autosufficienza. Infine, si prevede che la Regione si impegni a modificare il vincolo di destinazione d'uso di Casa Serena come casa di riposo. Passaggi che richiedono tempo.
A fronte di tutto questo, ha rimarcato Stella, manca l'unico elemento fondamentale per la salvezza dell'Iras, il problema più impellente visto che per il futuro di Casa Serena c'è tempo, mentre per l'Iras non più. Ovvero la determinazione della somma esatta dei 3,2 milioni come quota di ammortamenti per gli interventi eseguiti dall'Iras su Casa Serena. Su questo si è acceso anche il dibattito in aula, con i consiglieri leghisti Michele Aretusini e Lorenzo Rizzato, oltre a Mattia Moretto di FdI che si sono astenuti, lamentando di votare una delibera incompleta e inutile. Secondo le letture ottimistiche di parte della maggioranza, invece, da Federico Saccardin a Benedetta Bagatin, un punto fermo importante sul quale costruire la definitiva salvezza dell'Iras. Anche da parte dei consiglieri della Lista Menon e di Antonio Rossini è arrivato un voto favorevole. «Con la speranza che questo voto dia ai dirigenti la serenità necessaria per trovare la formula giusta per arrivare alla soluzione che si attende da mesi», ha chiosato Rossini.
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