Vicenda Iras. Stella: «Ora è diventato un caso immobiliare»

Il commissario straordinario rompe il silenzio con una nota in cui attacca il sindaco Gaffeo e le strategie del Comune

Mercoledì 8 Febbraio 2023 di Francesco Campi
la casa di riposo di San Bortolo a Rovigo

ROVIGO «Il signor sindaco è soddisfatto del lavoro svolto? Beato lui. Personalmente no. La Regione è rimasta in silenzio non perché non sa cosa dire, ma perché è senza parole». A rompere questo silenzio è il commissario straordinario regionale Tiziana Stella, che risponde indirettamente alle ultime affermazioni del sindaco Edoardo Gaffeo sulle ultime evoluzioni della vicenda Iras.
«Preciso, per quanti abbiano frainteso, che sono ancora commissario straordinario» e aggiunge, a conferma del gelo calato: «Non nascondo una certa amara delusione per come la mia richiesta del fare, e fare presto, per consentire che il progetto industriale dell’Iras sopravviva, si sia trasformata in un progetto squisitamente immobiliare, ambizioso e certamente politicamente più appetibile: Iras si occupa di anziani, non di immobili».
Inoltre, il commissario spiega come la nuova bozza di accordo di programma che il Comune ha proposto in alternativa alla revisione che la Regione, con Iras, Ulss e Ater, aveva fatto il 17 gennaio della prima bozza che era stata inviata da Palazzo Nodari il 23 dicembre, senza un preventivo confronto, sia risultata indigesta, ma la porta resta ancora aperta.
«È frustrante - commenta Stella - pensare che il corposo lavoro di revisione fatto da me e dagli uffici regionali venga ignorato e cestinato con così tanta disinvoltura. Ma non posso e non voglio lamentarmi, perché nulla è comparabile al sacrificio dei lavoratori e dei creditori, piccoli e grandi che siano, che aspettano. Resto un semplice operatore del diritto e l’esperienza ci insegna che la verità arriva sempre. Solo che non sempre arriva in tempo. Spero che il prefetto possa aiutarci. Chiedo solo di essere messa nelle condizioni di fare il mio lavoro: salvare questo ente, fatto di grandi donne e di grandi uomini e per questo resto a professionale disposizione».
LE DISTANZE
Il commissario Stella elenca anche i motivi per i quali non ritiene che nemmeno la seconda bozza inviata dal Comune sia soddisfacente. In particolare, spiega, «a fronte di un totale accoglimento da parte delle istanze programmatiche richieste dal Comune, abbiamo ricevuto poco, troppo poco. Le condizioni erano chiare al 28 di ottobre e restano tali: il credito deve essere certo nel suo ammontare e come tale non più negoziabile e non condizionato e non rimborsabile, in nessun caso; deve essere liquido: non condizionato a nessuna futura evenienza; deve essere esigibile: una data, serve una data».
Invece, punta il dito l’avvocato Stella, «non ci è dato di sapere come si sia arrivati a una cifra che non solo non soddisfa in alcun modo l’originaria richiesta dell’ente, ma ci obbliga a revisionare tutto il piano costruito sulla diversa cifra di 3.200.000.

Si continua a invocare un piano industriale e non si dice quando la cifra, promessa?, possa mai arrivare a soddisfare il grado di certezza dell’incasso, condizione imprescindibile perché la certezza ci è richiesta dall’attestatore e dalla Corte dei conti e senza la quale si impedisce di accedere all’anticipazione deliberata da Regione Veneto. Preciso che la Regione non eroga finanziamenti, ma solo anticipa cassa sulla scorta di garanzie di incasso del credito che, gioco forza, deve essere certo liquido ed esigibile. Personalmente capisco che: la cifra di 3.127.000 non costituisce riconoscimento di debito; che devo rinunciare a far vale e da subito ogni ulteriore contestazione; che Iras rimane esposta al rischio incasso o peggio, di restituzione di detta somma, per un tempo indeterminato, anzi a vita, quando si dice “l’eventuale inadempimento, anche solo parziale, del predetto piano di risanamento per qualsiasi causa anche esterna alla volontà delle parti comporterà il venir meno di qualsiasi obbligo per il Comune di Rovigo ed il diritto alla restituzione delle somme già erogate”. Devo restituire tutto? Per qualsiasi inadempimento? Ignorando che il Covid e gli aumenti energetici hanno reso tutti i soggetti economici esistenti al mondo esposti a eventi incerti e drammaticamente incidenti anche sui migliori piani industriali. Non si dice, nemmeno, con certezza quando l’ente potrà essere considerato liberato dagli impegni della convenzione e quindi quando la convenzione potrà considerarsi consensualmente risolta».

Ultimo aggiornamento: 07:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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