ROVIGO Al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in prefettura era stato chiesto di chiudere porte e finestre per la sicurezza di Casa Serena, ma forse c’è stato un fraintendimento perché a essere chiuse saranno le porte e le finestre del consiglio comunale in cui si discuterà del futuro di Iras: secretato.
LA SEDUTA
A ogni modo, ieri la conferenza dei capigruppo ha fissato la data del consiglio comunale che si terrà il 4 luglio alle 16.30 secondo un ordine del giorno molto consistente. I primi due punti riguardano la discussione della proposta di delibera presentata dal sindaco, quella che accompagna l’accordo di programma per la riqualificazione di Casa Serena risultato alla fine talmente oneroso per Palazzo Nodari da far ventilare il rischio default nel caso fosse approvato. Il secondo punto, invece, è la delibera proposta dai capigruppo di Lega e Pd Michele Aretusini e Nello Chendi. Poi si prosegue con un paio di ratifiche alle variazioni del bilancio di previsione e al quinto punto, la destinazione di quota parte dell’avanzo di amministrazione. Poi di nuovo Iras, con la discussione della mozione proposta dal Forum e condivisa da buona parte della maggioranza. Chiudono i lavori le interrogazioni e le interpellanze dal momento che la mozione proposta dal consigliere Antonio Rossini per l’intitolazione di uno spazio pubblico alla memoria di Silvio Berlusconi, è stata ritirata per approdare in aula in una seduta successiva.
PORTE CHIUSE
Chiarito l’ordine del giorno, la secretazione dei lavori, come votato dai quasi tutti i capigruppo a eccezione di Aretusini e Matteo Masin del Forum, riguarderà l’intero primo punto, ossia la proposta di delibera del sindaco e tutta la discussione del punto due, ovvero la delibera Aretusini-Chendi. La seduta sarà pubblica solo a partire dal momento delle dichiarazioni di voto di quest’ultima delibera. Una soluzione di compromesso che la presidente del consiglio Nadia Romeo dovrebbe motivare, attraverso un documento, già oggi. Di compromesso perché arrivare a trovare la via di uscita non è stato facile. Le acque a Palazzo Nodari, tra la riunione della prima commissione e la capigruppo subito dopo, sono state piuttosto agitate. Con il clima che si è surriscaldato già quando è stato deciso di secretare la prima commissione, decisione approvata, anche in questo caso, dalla maggioranza dei commissari a eccezione di Aretusini e con Chendi astenuto. Tra l’altro, la delibera di questi ultimi in commissione ha ottenuto 4 voti contrari, ossia quelli di Federico Saccardin, Giovanni Punzo, Angelo Montagnolo e Giorgio Osti, tre favorevoli dai firmatari e da Rossini, e una astensione, quella di Tiziano Menon presente in commissione perché delegato dal collega della lista Menon Damiano Sette.
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