Appendicite: papà di 37 anni muore sotto i ferri in ospedale

Sabato 1 Settembre 2018 di Diego Degan
Stefano bedendi
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TAGLIO DI PO - Era entrato in sala operatoria per un’appendicite, ne è uscito morto. Stefano Bedendi, 37 anni, originario di Cavarzere, ma residente a Taglio di Po, credeva che il suo sarebbe stato un intervento di routine. Dopotutto lo fanno anche ai bambini, avrà pensato. Vero che, subito dopo la visita al pronto soccorso dell’ospedale di Adria, gli avevano detto che bisognava operare e che l’intervento era stato fissato di lì a poche ore, alle 23 di quella stessa sera ma, insomma, era pur sempre solo un’appendicite e lui era un uomo forte e sano.  Non sarebbe dovuto succedere nulla.

 

L’ULTIMA NOTTE
L’ultima notte di Stefano era cominciata verso le 18.30 di giovedì quando, in visita a casa dei genitori, a Cavarzere, insieme alla moglie Eleonora, aveva detto di sentire un dolore addominale. «Andiamo a casa – aveva detto a tutti i parenti, salutandoli – così mi riposo un po’ e mi passa». Ma sulla strada del ritorno ha cambiato idea e ha detto alla moglie «Andiamo al pronto soccorso, che mi faccio visitare». Probabilmente il dolore si stava facendo insopportabile. Sottoposto a una Tac, il responso era stato facile: «Lei ha un’appendicite. Meglio operare» gli avevano detto i sanitari.
L’INTERVENTO
E lui si era prestato di buon grado. «Mi ha telefonato verso le 22.30 – racconta il padre, Leonardo – e mi ha detto di portargli su un pigiama e qualche cambio, perché lo operavano subito. Così ho fatto e sono andato all’ospedale ad aspettare che uscisse dalla sala operatoria».
LE COMPLICAZIONI
Un’attesa che, ad un certo punto, è diventata angoscia. «Ero lì dalle 11 (le 23, ndr) e nessuno mi diceva niente. Non capivo perché ci volesse così tanto. Verso le due è uscito un medico e mi ha detto di avvertire i parenti, che Stefano aveva difficoltà respiratorie, che c’erano state delle complicazioni. Ho fatto come mi è stato detto e siamo rimasti ad aspettare fino alle tre e mezza: solo a quell’ora ci hanno detto che era morto».
INCREDULITÁ
Al momento i familiari non ci volevano credere. Lo ricordavano ancora, poche ore prima, che stava bene e si comportava normalmente. Poi c’era stato sì quel dolore, ma non pareva una cosa preoccupante.
L’AMAREZZA
E ora gli dicevano che era morto per una “banale” operazione di appendicite. «Non è possibile – dice il papà Leonardo – morire in questo modo al giorno d’oggi. All’ospedale ci hanno già detto che faranno un’autopsia per capire cosa è accaduto. Al momento non si sa quando si farà l’esame. Ma noi ci stiamo informando per incaricare un avvocato di seguire la vicenda e nominare un consulente di parte». 
LA FAMIGLIA
Stefano Bedendi che lascia la moglie e due figliolette di sette e quindici anni, abitava a Taglio di Po dal 2015. Lui ed Eleonora si erano trasferiti in Polesine, da Cavarzere, per stare più vicini alla famiglia di lei. Stefano lavorava come meccanico alla concessionaria Mercedes Trivellato. A Cavarzere la sua famiglia, che possiede un’impresa di impianti elettrici è molto conosciuta e stimata per la grande professionalità con cui opera sia nel settore privato che in quello pubblico.
Ultimo aggiornamento: 08:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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