Smog fuori controllo: Legambiente boccia Rovigo

Venerdì 15 Maggio 2020
Manifestazione contro lo smog a Rovigo

ROVIGO - Mentre più di una ricerca sta cercando di valutare se esista un'eventuale connessione fra incidenza del Coronavirus e inquinamento atmosferico, Rovigo è un caso di studio. Perché se è vero che dal punto di vista del contagio il Polesine è stata un'area colpita molto meno pesantemente rispetto alle province, è vero anche che Rovigo è al top fra le città più inquinate d'Italia. Sul fronte del Pm10, attualmente sono già stati registrati 46 sforamenti della soglia limite giornaliera fissata a 50 microgrammi per metrocubo d'aria, a fronte di un limite di 35 giorni posto dall'Oms come numero massimo da non superare in un anno per evitare ricadute sulla salute. I 35 sforamenti, quest'anno, Rovigo li ha raggiunti già il 15 febbraio. Dai dati di questi strani giorni di lockdown, tuttavia, è emerso qualche spunto interessante. Con le aziende parzialmente chiuse, l'agricoltura mai fermatasi a differenza della quasi totalità di auto e corriere, Rovigo ha fatto registrare un'anomala impennata con tre pesanti sforamenti consecutivi il 27, 28 e 29 marzo, passando dai 20 microgrammi per metrocubo del 26 marzo ai 96 del 27 ed ai 1119 del 28 e del 29, per poi rientrare nei limiti e da allora non registrare più sforamenti. Cosa è successo in quei tre giorni? Una parziale riapertura di qualche azienda con il sistema delle deroghe, ma, soprattutto, la riaccensione dei riscaldamenti perché sono stati gli ultimi tre giorni freddi.
EFFETTO-TERMOSIFONI
Un colpo di coda dell'inverno che ha fatto capire come a Rovigo sia fortissima soprattutto l'incidenza del riscaldamento. Secondo il dossier Mal'aria Veneto 2020, appena diffuso da Legambiente, si tratta di circa un quarto del totale: «A Rovigo il traffico incide sul 40% sul totale del Pm10, seguito dal riscaldamento, 24%, e dall'agricoltura che si assesta su valori significativi per una singola città, 13%. Allo stato attuale delle conoscenze l'eventuale effetto dello smog sul Coronavirus è un'ipotesi che dovrà essere accuratamente valutata». E all'inquinamento atmosferico è attribuibile una quota rilevante di mortalità e morbosità acuta e cronica. Legambiente ha condotto un'analisi sulle fonti emissive: «Il Pm10 che emettiamo in atmosfera è composto al 38% da emissioni dirette di particolato, Pm10 primario e per il 53% da quello denominato secondario. Il Pm10 secondario si forma da reazioni chimico-fisiche tra varie sostanze inquinanti chiamate precursori. I più importanti sono NOx,COV, NH3, SO2, principalmente dovuti a trasporti e agricoltura. Contro smog e cambiamento climatico serve applicare limitazioni in tutta la regione, investire nella mobilità pubblica, elettrica e condivisa ed incentivare lo sviluppo di un'agricoltura sostenibile».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci