L'inflazione galoppa, spenderemo 400 euro in più all'anno solo per il cibo

Domenica 6 Novembre 2022 di Roberta Paulon
L'inflazione galoppa, spenderemo 400 euro in più all'anno solo per il cibo

ROVIGO - Una situazione esplosiva: da un lato famiglie alle prese con l’erosione del potere di spesa a causa degli aumenti generalizzati, dall’altro gli agricoltori che vendono i loro prodotti quasi senza margine quando non, addirittura, sotto costo di produzione.
Lo scenario, elaborato dalla Cia di Rovigo, è allarmante. A causa dell’inflazione galoppante, le 100mila famiglie della provincia potrebbero arrivare a spendere 384 euro in più in media, all’anno, per l’acquisto di cibo (e il valore è stimato al ribasso). Secondo gli ultimi dati diramati dall’Istat, tra l’ottobre del 2021 e lo stesso mese del 2022 i prezzi al consumo sono aumentati addirittura dell’11,9%. Sulla scorta di tali numeri, Cia Rovigo ha elaborato uno studio che prevede, appunto, un incremento medio della spesa a dir poco fuori controllo.
«Questa inflazione galoppante è destinata ad avere degli effetti drammatici per i consumatori, soprattutto per i pensionati che già adesso faticano ad arrivare alla fine del mese - puntualizza Cia Rovigo - non solo: pure gli agricoltori sono in grosse difficoltà, dato che vengono loro riconosciuti dei prezzi troppo bassi rispetto ai fortissimi aumenti dei costi di produzione».
La sola energia, per esempio, nell’ultimo anno e mezzo ha subito un rincaro in bolletta fino a un più 400%, pesando sulle famiglie e sulle aziende. «Sono decine le aziende agricole polesane, di ogni comparto, che in questo momento rischiano di lavorare in perdita».

GLI AUMENTI

Nello specifico, sono cresciuti i prezzi dei prodotti lavorati (più 13,4% contro il più 12,9% dei non lavorati). In forte incremento, inoltre, quelli dei vegetali freschi o refrigerati, con punte fino a un più 25,1%. Registrati aumenti anche relativamente alla frutta fresca (più 7,9%).
«Si tratta della legge del mercato al contrario - sottolinea il presidente di Cia Rovigo, Erri Faccini - mentre crescono in maniera esponenziale i prezzi al consumo, agli imprenditori agricoli viene riconosciuto sempre meno, nonostante degli aumenti generalizzati dei costi che sembrano non aver fine».
Grossi problemi pure per le famiglie, le quali stanno perdendo, mese dopo mese, il loro potere d’acquisto. «Se non vi sarà un’inversione del trend, inevitabilmente assisteremo ad un taglio dei consumi - continua il presidente - dovesse davvero rallentare la domanda interna, a sua volta potrebbe bloccarsi il primario, in un circolo vizioso che non gioverebbe a nessuno».

LE RICHIESTE

Fra le richieste già avanzate da Cia al nuovo Governo per tentare di risolvere la questione, «la predisposizione di nuovi sostegni diretti, il cui fine è andare a compensare, almeno in parte, le perdite dovute ai maggiori costi». D’altro canto, prosegue Faccini, «un’ulteriore buona pratica finalizzata a favorire le imprese agricole è la reale applicazione dell’intesa contro le pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare, firmata pure da Cia insieme alle imprese della filiera distributiva».
Per filiera distributiva si intende, ovviamente, anche la grande distribuzione organizzata, cioè i supermercati i cui contratti non sono certamente sottoscritti a livello locale. In particolare, viene espressamente vietata «l’imposizione di condizioni contrattuali eccessivamente gravose per il venditore, compresa quella di vendere prodotti agricoli e alimentari a prezzi al di sotto dei costi di produzione».
La soluzione, come sottolineano gli Agricoltori, non può essere locale, anche se le sofferenze economiche riguardano ugualmente le famiglie e le aziende polesane: c’è bisogno di una risposta su larga scala.
 

Ultimo aggiornamento: 08:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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