Morirono tre suoi giovani amici nello schianto: condannato a 4 anni il 25enne che era al volante

Mercoledì 1 Luglio 2020 di Francesco Campi
L'incidente di Vigarano Mainarda nel quale morirono tre giovani
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OCCHIOBELLO - Quattro giovani amici e colleghi, tre ragazzi e una ragazza, a bordo di una Mazda 3 bianca, dopo una serata spensierata in discoteca. Erano più o meno le due e un quarto della notte fra venerdì 27 e sabato 28 settembre scorsi, quando la macchina stava percorrendo via Cento a Vigarano Mainarda. È in quel momento che quattro vite sono state distrutte. Una sbandata e lo schianto tremendo contro uno dei platani che costeggiano la carreggiata: fra le lamiere insanguinate sono morti Manuel Signorini, 23 anni, di Salara, Giulio Nali, 28 anni, di Occhiobello, e la ferrarese Miriam Berselli, 21 anni.
L’unico sopravvissuto è stato il 25enne ferrarese Enrico Felloni, che era al volante. E per il quale ieri, nel procedimento che lo vedeva chiamato a rispondere dell’accusa di omicidio stradale plurimo, è arrivato un patteggiamento ad una pena di 4 anni, comprensiva della riduzione di un terzo, dovuta al rito scelto. Come emerso dalla consulenza dell’ingegner Alfonso Micucci disposta dal sostituto procuratore Ombretta Volta, l’auto sarebbe andata ad una velocità di oltre 90 chilometri orari a fronte di un limite di 50 chilometri orari.
E questo, fra l’altro, di notte, in un tratto non ben illuminato e, soprattutto, non rettilineo. È proprio per questa serie di concause che la Mazda 3 è uscita di strada andando a sbattere contro uno dei platani che costeggiano la carreggiata. Distruggendosi e distruggendo le vite dei ragazzi che erano all’interno.

COLLEGHI E AMICI
Colleghi e amici: i tre ragazzi morti nell’incidente, così come il quarto al volante, lavoravano tutti all’Iper Tosano di Ferrara, ognuno con mansioni diverse, ma la loro frequentazione quotidiana aveva creato un legame forte fra i quattro ventenni. Miriam, la più giovane del gruppo, era cassiera, Giulio si occupava della vigilanza, mentre Manuel faceva il commesso. Felloni, invece, il magazziniere. Quella notte, è stato trovato cosciente e sotto choc quando sono intervenuti i soccorsi. È stato trasportato all’ospedale ferrarese di Cona ed è stato subito indagato per omicidio stradale plurimo, anche alla luce dei valori dell’esame tossicologico immediatamente eseguito, che ha evidenziato un tasso alcolemico di 1,30 grammi per litro, ben oltre il doppio del minimo consentito dalla legge per mettersi alla guida pari a 0,50 grammi per litro. Secondo la perizia, Miriam e Manuel, le cui famiglie sono assistite dagli avvocati Denis Lovison e Omar Bottaro, non avevano le cinture allacciate. Mentre Giulio, i cui parenti sono seguiti dall’avvocato Letizia Marani, aveva invece avuto questa accortezza. Ma, purtroppo, non è bastato a salvargli la vita nel terribile impatto. A difendere Felloni, l’avvocato Carlo Bergamasco, che fin dai giorni immediatamente successivi all’incidente ha sottolineato lo strazio interiore del giovane. Che ha anche partecipato al funerale, nel palazzetto di Vigarano, di Manuel e Miriam, proprio la ragazza che amava. A rendere ancora più pesante la sua croce. Il processo si è incentrato soprattutto sulle valutazioni di consulenti e periti. Felloni, ora, inizierà a scontare la pena di 4 anni, concordata fra le parti, ma fuori dal carcere: per lui è stato disposto l’obbligo di firma e di dimora, con la possibilità di andare al lavoro negli orari stabiliti dal Tribunale di sorveglianza.
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Ultimo aggiornamento: 08:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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