L’impianto di biometano a Boara Polesine si farà: tratterà 40mila tonnellate di rifiuti organici l'anno

Mercoledì 14 Dicembre 2022
Un impianto di produzione di biometano

ROVIGO - L’impianto di produzione di biometano a Boara Polesine si farà. Il 2 dicembre, infatti, la Provincia, al termine di un lungo iter, ha rilasciato il Provvedimento autorizzatorio unico alla EniBioCH4in Aprilia. Il progetto interessa l’impianto di Ca’ Bianca, dove già da fine anni ‘90 la Biofer ha iniziato a trattare rifiuti, prevalentemente i fanghi di depurazione della Sodea, per realizzare ammendanti agricoli. In seguito l’attività è passata alla Nuova Amit, che ha gestito l’impianto fino al 3 luglio 2018, quando, dopo essere finita in liquidazione, l’ha poi ceduto al colosso delle rinnovabili Fri-El Green Power, in mano ai fratelli altoatesini Thomas, Josef ed Ernst Gostner, che nel marzo del 2021 l’ha a sua volta ceduto ad Eni, insieme ad altri impianti.

Sull’impianto era già stato predisposto un progetto di revamping con realizzazione di un digestore per la produzione di biometano.

Progetto riproposto fin da subito da Eni, nell’ambito del percorso di decarbonizzazione, con l’avvio dell’iter amministrativo il 6 agosto dello scorso anno. Il “Progetto di miglioramento tecnologico dell’impianto di compostaggio di Boara Polesine - Rovigo con inserimento della sezione di bio-digestione anaerobica con produzione di biometano”, mantiene inalterato il volume attualmente autorizzato dell’impianto di compostaggio Bio2, pari a 40mila tonnellate l’anno, 30mila di rifiuti agroindustriali ed agroalimentari e Forsu, la Frazione organica dei rifiuti solidi urbani, in altre parole il cosiddetto “umido”, e 10mila di rifiuti ligno-cellulosici, non interessando l’altra linea di trattamento Bio1, di condizionamento e stabilizzazione fanghi, per 13mila tonnellate annue.

La potenzialità della linea B2, dall’estate del 2021 è stata provvisoriamente ridotta a 30mila tonnellate, anche per ridurre gli impatti odorigeni dell’impianto, in attesa del completamento di questo progetto. Come spiegato dai tecnici Eni il 28 ottobre di un anno fa nell’incontro pubblico in videoconferenza «il progetto trova piena coerenza con quanto riportato nel Piano regionale di Gestione dei Rifiuti, che incentiva il sistema integrato digestione anaerobica/compostaggio, evoluzione positiva nello scenario dei trattamenti dei rifiuti organici, che comporta vantaggi per entrambe le tecnologie. Dalle valutazioni tecniche svolte è emerso che le attività future non produrranno impatti negativi significativi sull’ambiente circostante e, anzi, rispetto allo stato ante-operam si prevede un miglioramento generale delle componenti che potrebbero avere interferenze negative con l’ambiente, in particolare odori, emissioni di inquinanti e traffico veicolare». Sul progetto hanno presentato osservazioni il “Comitato Ambiente Rovigo e Frazioni ed il Comitato “Il Veneto che vogliamo”, il Comune e la Provincia hanno sollevato osservazioni e chiesto integrazioni, così come la Regione. Anche dopo la conferenza dei servizi del 7 settembre scorso sono stati chieste integrazioni. Il 9 novembre, infine, si è tenuta la riunione del Comitato Via che si è espresso per la valutazione favorevole di compatibilità ambientale con alcune prescrizioni, con la successiva conferenza di servizi decisoria nella quale gli enti interessati hanno detto sì al il rilascio del provvedimento autorizzatorio. Fra le prescrizioni, la sottoscrizione di una polizza assicurativa per la responsabilità civile da inquinamento con massimale di 3 milioni, una fideiussione a favore della Provincia da 1,75 milioni a garanzia della copertura dei costi per gli oneri relativi alle attività di gestione dei rifiuti derivanti dall’inosservanza degli obblighi di legge, e di un’ulteriore polizza da 138.760 euro a favore della Regione a garanzia del ripristino dei luoghi. La capacità di trattamento di 30mila tonnellate di Forsu, si somma alle 25mila tonnellate previste dal progetto del biodigestore di Ecoambiente, che ha appena ottenuto un finanziamento di poco meno di 10 milioni nell’ambito del Pnrr. Un totale, quindi, di potenzialità di trattamento di 55mila tonnellate l’anno di “umido”, rispetto alle circa 47mila tonnellate prodotte in Polesine, secondo il dato del 2020.

Ultimo aggiornamento: 07:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci