Missionario polesano intrappolato nel ciclone in Mozambico ma vivo

Martedì 19 Marzo 2019
La distruzione provocata dal ciclone a Beira, in Mozambico
1
ROVIGO -  Arrivano notizie rassicuranti su don Giuseppe Mazzocco, il sacerdote polesano missionario nella diocesi di Beira in Mozambico. Il ciclone tropicale Idai, attivo da inizio marzo su diversi stati dell’Africa meridionale, con venti fino a 160 chilometri orari, si è spostato nello Zimbabwe nel fine settimana. Continua a piovere sulla città che si affaccia sull’Oceano Indiano, distrutta per circa il 90 per cento dal passaggio del tifone, e un missionario vicentino, don Davide, è riuscito a mettersi in contatto con la propria famiglia togliendola dall’apprensione per il susseguirsi di notizie, che domenica hanno registrato anche il crollo di una diga.  L’ulteriore incidente ha isolato la periferia dalla città, interrompendo l’ultima strada di collegamento, mentre la maggior parte delle strade era già distrutta e le case senza un tetto.
MISSIONARI IN AFRICA
Don Davide, nel messaggio inviato alla propria famiglia, ha dato notizie rassicuranti anche sulle condizioni di don Giuseppe Mazzocco e degli altri missionari a Beira. Il vescovo Pierantonio Pavanello e la Chiesa diocesana di Adria e Rovigo seguono con apprensione la situazione, perché le notizie, pur rassicuranti, sono parziali, a causa dell’interruzione di energia elettrica e delle comunicazioni, e descrivono una situazione drammatica soprattutto per le abitazioni e l’ambiente. È stato don Enrico Turcato a diffondere ieri per la diocesi di Adria e Rovigo le prime notizie sulla situazione a Beria. Raggiunto telefonicamente, ha spiegato: «Tutto è stato devastato. Le case sono state abbattute perché sono costruite con mattoni di terra cruda. Non abbiamo avuto contatti diretti e sappiamo quanto c’è stato riferito dalla famiglia di don Andrea. Siamo sicuri che stanno bene, grazie al messaggio ricevuto. Sappiamo che sono arrivati volontari dalle regioni vicine, ma anche che la situazione è difficile».
SOLIDARIETÀ
E in questi momenti la solidarietà è ancora più preziosa: «Continua a piovere e la maggior parte delle famiglie non ha più un tetto per ripararsi. Poche case ne hanno ancora uno, e le famiglie ancora con un tetto sopra la testa ospitano chi è rimasto senza». Il ciclone tropicale, nel suo passaggio in Africa, ha già colpito 850 mila persone in Malawi e Mozambico, ma l’impatto è destinato a diventare ancora più grave nel passaggio verso ovest. La stima provvisoria è che siano quasi 1,6 milioni di persone a essere in pericolo per i forti venti e le piogge. E la situazione è particolarmente grave proprio a Beria, dove don Giuseppe era arrivato nel febbraio 2017. È un sacerdote molto conosciuto in Polesine, perché alla fede ha sempre unito l’impegno civile. Don Giuseppe aveva lasciato circa due anni fa la parrocchia di Carbonara ad Adria, e l’incarico di vice parroco a San Martino di Venezze e di parroco a Beverare, per tornare a prestare l’opera di missionario, come aveva già fatto per anni in Brasile e in altre esperienze missionarie in Africa. La missione che ha accolto in Mozambico don Giuseppe opera nei quartieri periferici di Beria: è nata dalla collaborazione tra le Diocesi di Rovigo-Adria, Verona e Vicenza, e ha richiesto un lungo periodo di preparazione.
Ultimo aggiornamento: 08:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci