«Papà è morto di legionella dopo la vacanza, ora farò causa all'hotel»

Lunedì 11 Febbraio 2019
«Papà è morto di legionella dopo la vacanza, ora farò causa all'hotel»
ADRIA - L'inchiesta per le tre morti per legionella avvenute in seguito a vacanze in Trentino, l'estate scorsa, vede ora entrare in campo i familiari delle vittime. «Farò causa, mio papà è sempre stato bene e non era debilitato» annuncia dalle pagine di quotidiani trentini Andrea Marchesani, figlio di Celestino, 80 anni, di Adria, che nel luglio scorso era stato in hotel a Molveno. Intenzionati a procedere sono anche i familiari di un uomo milanese, ancora ricoverato per le conseguenze della legionella, dopo la vacanza estiva nella stessa zona. Potrebbero fare lo stesso i parenti delle altre due vittime, Piermaria Maggi, 82 anni, di Pavia, che era stata in albergo ad Andalo ed era morta all'ospedale di Trento il 16 agosto, e Alessandro Barbera, 85 anni, di Milano, morto nello stesso ospedale il 22 agosto.
 
Intanto, ad Adria, la notizia della circostanze della morte di Celestino Marchesani ha suscitato sconcerto. Molti, quando l'ex lavoratore del settore edile era morto, il 9 agosto scorso, avevano pensato a un malore. Sei mesi dopo invece è emersa la verità: legionella, che avrebbe contratto dopo aver soggiornato in un albergo di Molveno nel periodo dal 26 al 29 luglio 2018.
La famiglia Marchesani sceglieva spesso la località trentina per un periodo di riposo e si recava da almeno cinque anni nello stesso albergo. Marchesani si era sentito male qualche giorno dopo il suo ritorno ad Adria, accusando febbre altissima. Ricoverato dapprima al Pronto Soccorso dell'ospedale civile di Adria e poi in reparto gli era stata diagnosticata quasi subito la legionella che l'avrebbe portato alla morte da lì a qualche giorno.
LE INDAGINI
Per difendere le sue ragioni la famiglia Marchesani si è rivolta all'avvocato Cristina Mazzucco di Adria. Marchesani è stata la prima vittima del morbo del legionario che ha funestato nell'estate scorsa l'Altopiano della Paganella. Dopo di lui sono morte altre due persone. Tra i turisti che si erano ammalati, ben 19, compresi i tre deceduti, c'erano persone provenienti da varie località italiane: Cividale del Friuli, Modena, Alessandria, Ferrara, Padova, La Spezia, Macerata e Bari.
Ben 14 invece gli alberghi finiti nell'occhio del ciclone. Le indagini del Nas dei carabinieri di Trento hanno portato proprio nei giorni scorsi a denunciare a piede libero 8 titolari di 3 strutture ricettive, quelle dove alloggiavano le vittime. Per tutti l'accusa è di omicidio colposo, aggravato dalla violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro. Secondo l'ipotesi degli inquirenti, i responsabili non avrebbero predisposto il cosiddetto piano di valutazione del rischio legionellosi, omettendo una adeguata ispezione e manutenzione degli impianti termo sanitari e di distribuzione dell'acqua. L'accusa di omicidio colposo si fonderebbe sulla presunta mancata predisposizione del piano di valutazione. In particolare sarebbe mancata una manutenzione adeguata degli impianti termo sanitari e ci sarebbe stata una gestione non corretta delle temperature nella rete di distribuzione interna e nei serbatoi di accumulo dell'acqua calda sanitaria. Il fascicolo in mano al pubblico ministero Marco Gallina ora vedrà approfondimenti sugli ospiti che si sono ammalati. Riguardo a questi, l'ipotesi degli inquirenti è quella di lesioni colpose, con l'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
Guido Fraccon
Ultimo aggiornamento: 11:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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