Delta del Po sempre più rosa:
lo spettacolo unico dei fenicotteri

Lunedì 6 Agosto 2018 di Anna Nani
Fenicotteri nelle valli tra Rosolina e Scardovari
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ROVIGO - Sfumature rosa nel Delta del Po. E più passano gli anni, più aumenta l'intensità del colore, come del resto accade - ed è accaduto anche in questa estate - lungo la costa della Toscana e in Sardegna. Perché i fenicotteri, assicurano naturalisti ed appassionati di birdwatching, sono sempre più di casa in Italia e costituiscono una presenza stabile tra le lagune polesane, attirati dall'habitat umido e dalle condizioni favorevoli. Una popolazione che si espande da una ventina d'anni grazie al clima mite, alla biodiversità locale e alla maggiore disponibilità di piccoli crostacei di cui si cibano, che ha spinto questi uccelli a non migrare più verso latitudini meridionali. Il Delta, insieme alle lagune del Cagliaritano, è appunto uno dei siti preferiti dai fenicotteri (in Italia sono una cinquantina le aree salvaguardate dalla convenzione di Ramsar del 1971), ma è anche un microsistema delicato che deve fare i conti con i cambiamenti climatici. Intanto, lo spettacolo offerto dalle colonie rosa che si fermano da Rosolina a Scardovari attira i turisti.

COLONIE PIUMATE. Era il suo corpo fatto di penne, eran di petalo le sue ali, era una rosa che volava diretta verso la dolcezza. Recita così l'incipit di una poesia di Pablo Neruda intitolata Fenicottero. Un nome che deriva dal latino phoenicopterus, che a sua volta proviene dal greco, ed è composto di due parole che letteralmente significano ali rosse, mentre ancora più intrigante da sapere è che in spagnolo si chiama flamenco, come la danza che ha ispirato con la sua eleganza. I fenicotteri, infatti, hanno una particolare tecnica di alimentazione data dallo sbattimento dei piedi sul fango per procurarsi il cibo, mentre in fase di corteggiamento muovono le ali: tutti movimenti a cui i più grandi danzatori di flamenco si sono ispirati nel tempo. Un animale che non si sposta mai da solo e che è in grado di percorrere fino a 700 chilometri in meno di 24 ore, che colpisce non soltanto per il suo colore, che raggiunge l'apice in età adulta, ma per la grazia dei movimenti. 

GLI ARRIVI. «Il fenicottero rosa si trova nella parte veneta del Delta del Po dagli anni '90 spiega Alessandra Tozzi dell'associazione culturale naturalistica Sagittaria - e da oltre un decennio effettuiamo il monitoraggio di questa specie». Una figura inconfondibile che li rende immediatamente riconoscibili grazie alle zampe lunghe, il collo curvo, il becco quasi buffo, ma soprattutto il piumaggio rosa. «Da allora la specie è aumentata notevolmente di numero. La specie non nidifica in Polesine, anche se è presente durante tutto il corso dell'anno».
Per poterli immortalare come ha fatto il socio dell'associazione Luigino Rosa (nella foto in alto) basta percorrere le vie delle Valli, in particolare quella di Rosolina che parte da Porto Levante come sottolinea Danilo Trombin, esperta guida ambientale, specializzato in rilevazione dei dati scientifici su avifauna e censimenti degli uccelli acquatici: «Si distribuiscono nelle diverse valli per via dell'acqua bassa, salmastra e ricca di cibo in cui riescono ad alimentarsi, ma nei momenti di bassa marea si possono incontrare anche nella Sacca Sud del Canarin (Scardovari) e a Caleri. Tra la Salina di Cervia e la laguna di Venezia Nord si contano ormai più di 15mila esemplari. Mediamente qui sono stati monitorati attorno ai 2mila esemplari, ma è capitato anche di trovare concentrata quasi tutta la popolazione, 13-14 mila esemplari, nell'area dietro le valli di Albarella». 
Lo spostarsi in gruppo fa parte del loro stile di vita: «È una strategia difensiva per disorientare il predatore, che non sa più chi catturare evidenzia la guida - e qui da noi è possibile trovare fenicotteri francesi, spagnoli, marocchini, turchi, iraniani, ciprioti, così come quelli nati negli stagni di Cagliari».

RAGIONI DI CUORE. Una vera e propria comunità multiculturale nel Delta che trova la propria spiegazione nella natura: «Essendo questa un'area centrale è come se fosse una sorta di grande discoteca, dove i fenicotteri giovani vengono a conoscersi, così si evita la consanguineità e si preserva la specie». In buona sostanza vengono per conoscersi e magari nasce qualche amore: ecco perché i fenicotteri rosa scelgono sempre di più il Delta come meta prediletta. Potenza dell'amore. «I primi sono arrivati negli anni 90 per una concomitanza di fattori - prosegue Trombin - Le perturbazioni e la siccità nel sud della Francia li hanno fatti spostare dal Mediterraneo centrale verso est. Di fatto, hanno riscoperto questo ambiente che già frequentavano e, come dire, si è sparsa la voce tra i fenicotteri che hanno cominciato ad arrivare un po' dappertutto».
Praticamente i fenicotteri, come con una sorta di Tripadvisor naturale, hanno fatto il passaparola di quanto favorevoli fossero le condizioni nel Delta, facendolo diventare il punto di ritrovo dei giovani della specie. Per riconoscerne la provenienza basta guardare i due anelli di cui sono dotati: «Uno è di metallo, come per tutte le specie di uccelli, a cui è aggiunto uno di plastica puntualizza Trombin - Da piccoli sono mandati in una specie di nursery dove via via imparano a volare. L'Ispra costruisce un recinto nella colonia dove li indirizza e li cattura per fare l'inanellatura». L'anello di plastica colorata è visibile da lontano, lì sono siglati anche quattro numeri: «Sono leggibili in lontananza conclude la guida -. Osservando il colore si può capire dove è nato e trasmettendo il codice a Ispra si ottengono tutti i dati su quel determinato esemplare».

    
Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 14:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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