GAIBA - «I pirati informatici ci hanno chiesto un “riscatto” di 200mila dollari, per riavere tutti i dati rubati dai server del Comune». A svelare l’attacco hacker al Comune di Gaiba, è il sindaco Nicola Zanca. «I dati personali erano rischio, ho pregato i residenti, che se qualcuno fosse venuto a conoscenza di dati altrui, di non farne uso e di segnalarcelo». Il Comune di Gaiba è stato oggetto di un attacco informatico, che ha violato i dati personali presenti sul server centrale. «Ci siamo prontamente attivati e abbiamo proceduto a notificare il data breach al Garante per la protezione dei dati personali. Con l’ausilio dei tecnici informatici incaricati, si è inoltre provveduto ad adottare tutte le misure più idonee per porre rimedio alla situazione di rischio, attenuare i possibili effetti negativi e tutelare i diritti e le libertà delle persone fisiche coinvolte, nostro malgrado, nella violazione - prosegue Zanca -. Per qualsiasi comunicazione inerente a tale attacco, è stata messa a disposizione la casella di posta elettronica info@comune.gaiba.ro.it, attraverso la quale ci siamo impegnati a verificare tutte le segnalazioni ricevute e ad adottare ogni ulteriore misura tecnica e organizzativa adeguata, di protezione dei dati personali che dovesse rendersi necessaria».
L’attacco è stato lanciato con un software denominato Cryptolocker, con l’effetto di rendere illeggibili i file del Comune di Gaiba e temporaneamente inagibili le piattaforme informatiche degli uffici.
L’ATTACCO
Il reato informatico è stato tempestivamente segnalato a Prefettura, tutti gli enti pubblici provinciali, Garante della Privacy e Polizia Postale. «A causa dei danni subiti ai sistemi informatici del Comune, che necessitavano del lavoro incessante dei tecnici informatici, le attività degli uffici sono state rallentate nell’espletazione dei servizi. Ovviamente la somma di 200mila dollari non l’avremmo mai potuta dare agli hacker, che hanno fatto questo attacco per nulla, mettendoci però in seria difficoltà».
Prima di Gaiba, un altro attacco del genere, avvenuto a fine settembre, aveva riguardato l’Agritalia di Rovigo, con ben 200 dipendenti rimasti a casa, costretti alla Cassa integrazione.
IL PRECEDENTE
Gli hacker avevano paralizzato l’azienda Carraro di Padova, gruppo del quale fa parte lo stabilimento rodigino. Un attacco informatico che aveva paralizzato produzione e amministrazione, rendendo impossibile qualsiasi accesso negli stabilimenti di Campodarsego e Rovigo. Per effetto del blocco, a casa sono finiti 700 lavoratori, 500 dello stabilimento padovano e 200 della divisione rodigina, in attesa del ripristino dei sistemi informatici.
Marco Scarazzatti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Hai scelto di non accettare i cookie
La pubblicità personalizzata è un modo per supportare il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirti ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, ci aiuterai a fornire una informazione aggiornata ed autorevole.
In ogni momento puoi modificare le tue scelte tramite il link "preferenze cookie".