ROVIGO - La mostra sui 70 anni dalla Grande Alluvione, visitabile al Roncale sino al 30 gennaio, è servita anche per far emergere documenti sino ad oggi ignoti su quel tragico evento e sulle giornate ad esso immediatamente successive. È il caso di un album di famiglia conservato a Forni di Sopra, in Carnia, e rimasto sinora tra le memorie di casa.
La sua riscoperta la si deve a Gabriella Bucco, giornalista friulana, figlia dell’autore di quella serie di immagini. Saputo della mostra, è stata lei a mettersi in contatto con gli organizzatori per mettere a disposizione le immagini. L’autore di quelle foto è suo padre, Fioravante Bucco, che nel 1951 era in servizio al ministero Agricoltura e Foreste, presso l’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Udine, negli uffici distaccati di Tolmezzo. “Dopo la disastrosa alluvione, alcuni impiegati, credo tre, dell’Ispettorato erano stati inviati in Polesine per le verifiche dei danni”, ricorda la figlia. “Ho trovato le fotografie d’epoca nell’album di famiglia conservato a Forni di Sopra: sono 44 scatti amatoriali di piccolo formato (6x9 cm) stampate dallo studio fotografico Stoppa di Rovigo, come si evince dal retro, dove compare la scritta “Polesine 1951” senza altra indicazione. Le fotografie in bianco e nero furono scattate con una macchina compatta Leica IIIC mm 35 del 1946”.
È verosimile che i tre ispettori abbiano documentato ampiamente lo stato del Polesine agricolo all’indomani dell’alluvione, ma quella documentazione, nel passaggio di competenze dallo Stato alla Regione, non venne salvata e finì probabilmente al macero.
La mostra è a cura di Francesco Jori (ex inviato e vicedirettore del Gazzettino), con Alessia Vedova e Sergio Campagnolo ed è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.