Il Governo fa "traslocare" il rigassificatore a Boccasette: è guerra fra Porto Viro e Porto Tolle

Martedì 24 Maggio 2022 di Enrico Garbin
Il rigassificatore di Adriatic Lng
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PORTO VIRO - Il rigassificatore di Porto Levante trasloca da Porto Levante a Boccasette, e con lui il gettito di poco più di 130mila euro annui derivanti dall’imposta immobiliare sulle piattaforme marine (Impi), che con retrodatazione al 2020 sarà incassato dal Comune di Porto Tolle. A stabilirlo è un decreto del ministro dell’Economia e Finanze, di concerto con quelli di Interno, Difesa e Transizione ecologica, con cui è stata fatta chiarezza sui Comuni a cui spetta effettivamente il gettito Impi, imposta che appunto dal 2020 è andata a sostituire Ici, Imu e ogni altra forma d’imposizione immobiliare locale che interessava i manufatti. 

PIATTAFORME MARINE 

A essere interessati al decreto sono i 24 comuni sotto cui ricadono le 83 piattaforme marine attualmente presenti al largo delle coste italiane, nonché i due comuni che hanno invece competenza sugli altrettanti rigassificatori. La sorpresa è appunto contenuta in questo elenco, visto che il terminal Adriatic Lng fin qui collocato in territorio portovirese, è stato invece assegnato al comune confinante di Porto Tolle. A spazzare il campo dall’ipotesi di un errore o di un refuso da parte di qualche oscuro funzionario romano, è la nota metodologica allegata al decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 10 maggio. L’esatta individuazione delle acque di competenza dei vari comuni, e dunque della esatta collocazione di piattaforme e terminali di rigassificazione, è stata effettuata utilizzando i poligoni di Thiessen: un metodo geometrico che fin dagli inizi del secolo scorso è stato introdotto in geografia con lo scopo di delimitare aree con criterio economico, grazie alla proprietà dei poligoni di Thiessen che permettono di tracciare una perpendicolare, che diventa la “Linea di costa amministrativa”, esattamente a metà tra due punti. 
Nel caso specifico, i punti sono molti più di due, e sono stati ricavati dai dati forniti dall’Agenzia delle Entrate tramite il Catasto e i codici e le denominazioni dei vari comuni italiani e rielaborati tramite un programma informatico che ha permesso di definire con esattezza i confini delle zone marine di Comuni, Province e Regioni. 

LA RIDEFINIZIONE 

Il rigassificatore di Adriatic Lng, attivo dal 2009, a partire dall’anno d’imposta 2010 ha garantito al Comune un introito di poco più di 130mila euro annui, cui va aggiunta una somma di poco inferiore al milione di euro concordata tra le parti nel 2018 per chiudere il contenzioso relativo agli anni precedenti. Un’azione promossa dall’amministrazione di Thomas Giacon che fece un po’ da apripista a livello nazionale e consegnò all’avversaria Maura Veronese un tesoretto inaspettato nel suo primo mandato.

MANCATE RISORSE 

Soldi che in futuro verranno a mancare, tanto che proprio il sindaco uscente, nel dare la notizia con un post sui social, afferma: «Prendo atto che questa inspiegabile decisione del Governo indirettamente penalizza Porto Viro: i tributi pagati di Adriatic Lng hanno giustificato una minima compensazione delle risorse che il territorio offre al rigassificatore. La disposizione contrasta le risultanze a cui era giunto il Ministero dell’Ambiente con la prima autorizzazione integrata ambientale del 2009, con il rinnovo della stessa del 2016 e con il recentissimo decreto di riesame dell’autorizzazione da parte del Ministero della Transizione ecologica. È chiaro che faremo il possibile per tutelare le nostre ragioni». 
 

Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 10:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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