I frati lasciano la città dopo 455 anni: a settembre chiuderanno chiesa, convento e seminario

Martedì 21 Marzo 2023 di Francesco Campi
Il seminario dei Frati Caoppucciniè vuoto da anni: a settembre questo, chiesa e convento saranno chiusi con l'addio dei Minori a Rovigo

ROVIGO - I frati abbandonano Rovigo. A settembre si consumerà l’addio, già preannunciato, ma non per questo meno doloroso, che interromperà una storia iniziata 455 anni fa e una presenza fatta di attività preziose per gli ultimi. Ieri, da parte della Provincia veneta dei Frati minori Cappuccini, è arrivata la conferma definitiva della decisione di chiudere il convento del capoluogo polesano, nella strada che proprio dalla presenza dei frati prende il nome, via dei Cappuccini.

A conferma di un legame secolare, apparentemente inscindibile. Già a dicembre, però, dal convento avevano confermato la voce di un loro addio a Rovigo: «I costi delle nostre strutture sono aumentati notevolmente, oltre al fatto che ormai il Seminario è sempre chiuso: siamo rimasti in pochi. Perciò sì, si sta parlando di chiudere le nostre strutture». I Cappuccini rimasti a prestare servizio a Rovigo sono ormai una quindicina.

IL VESCOVO
«È una decisione annunciata da tempo - spiega il vescovo di Adria e Rovigo, Pierantonio Pavanello - e legata alla necessità di rivedere le presenze sul territorio del Triveneto in modo da poter far fronte alla diminuzione del numero dei frati e alla età media sempre più elevata, assicurando anche per il futuro le condizioni necessarie per vivere in alcuni luoghi il carisma francescano. Delle tre comunità fino a non molti anni fa presenti in Polesine, Adria è stata chiusa una decina di anni fa, rimarrà pertanto solo quella di Lendinara. La scelta di conservare Lendinara rispetto a Rovigo dipende dal fatto che il convento di Lendinara, per dimensioni e configurazione, si presta maggiormente al tipo di vita richiesta dalla spiritualità francescana».
I Cappuccini non dipendono dal vescovo diocesano per quanto riguarda la loro organizzazione interna, per questo monsignor Pavanello sottolinea che «per rispetto all’autonomia di cui gode l’Ordine dei Cappuccini finora non ho ritenuto opportuno intervenire pubblicamente, comprendendo peraltro le ragioni oggettive di una decisione sofferta anche per l’Ordine stesso: molti frati della Provincia veneta sono legati anche affettivamente al convento di Rovigo, in quanto vi hanno frequentato il Seminario e hanno trascorso periodi significativi della loro formazione». I Cappuccini, spiega il vescovo, «sono giunti a Rovigo nel 1568: il primo convento si trovava nell’attuale corso del Popolo presso la Chiesa di San Michele. Accanto al dispiacere per la perdita di una presenza secolare, che ha segnato la vita religiosa, e non solo, della città, desidero rivolgere un vivo ringraziamento per il bene fatto e l’auspicio che attraverso la Fraternità di Lendinara sia possibile tenere vivo in Polesine il carisma francescano».

VUOTO DA COLMARE
Per Rovigo è una perdita pesante. E il vescovo ne è ben consapevole. «Comprendo lo smarrimento di tanti fedeli che fanno riferimento per la loro vita cristiana al convento dei Cappuccini di Rovigo, ma allo stesso tempo invito tutti a cogliere in questo evento un “segno dei tempi”, un messaggio che il Signore ci rivolge per la nostra conversione. Siamo ancora troppo legati a una modalità di accostarci al fatto religioso come a un servizio di cui usufruire per soddisfare il nostro bisogno di consolazione e di rassicurazione. Più che discepoli e testimoni, rischiamo di essere dei “consumatori” di servizi religiosi. La perdita progressiva di personale e di risorse materiali che la Chiesa sta vivendo, deve spingerci a farci carico in prima persona della comunità ecclesiale, assumendoci dei servizi e delle responsabilità in ordine alla vita cristiana e alla testimonianza. Anche il ritrovarci in una chiesa più piccola e più povera deve essere di stimolo per una vita più fraterna ed evangelica. Per quanto riguarda i servizi prestati finora dai Frati Cappuccini, la diocesi, per quanto possibile, cercherà di assicurare nelle chiese della città il ministero delle confessioni e sta studiando la sede e le modalità nelle quali continuare a offrire il servizio della mensa per persone povere e bisognose, assicurato finora dal convento dei Cappuccini».

Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 15:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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