Foto intime scambiate in Rete: rischio cyberbullismo per un ragazzo ogni 10

Venerdì 31 Gennaio 2020 di Nicola Astolfi
Gli studenti riuniti alla scuola media Bonifacio
ROVIGO -  Anche in Polesine sono in costante aumento i casi di cyberbullismo e per arginarne la diffusione è attiva la collaborazione tra l’Ufficio scolastico provinciale e le forze dell’ordine nelle attività di prevenzione e sensibilizzazione, per innalzare i livelli di protezione e di consapevolezza dei giovani. Così ieri l’auditorium delle scuole medie Bonifacio di Rovigo ha ospitato oltre 300 studenti, in due incontri che hanno coinvolto allievi delle scuole secondarie di primo grado degli Istituti comprensivi di Villadose, Rovigo 1, 2 e 3, Costa-Fratta, Polesella e delle medie “Sichirollo” di Rovigo, per ascoltare dall’ispettore capo Luca Bordin e dall’assistente capo Luca Taribello della Polizia postale come affrontare il bullismo e il cyberbullismo.

DIALOGO
«Ragazzi, se ne siete vittime dovete parlarne con le persone che vi possono aiutare, a cominciare dai vostri insegnanti e i genitori», ha detto l’ispettore capo Bordin, spiegando che la scuola è stata individuata dal legislatore, con la legge del 2017 sul contrasto al cyberbullismo, come luogo di contatto con compiti e responsabilità. Se l’Ufficio scolastico regionale promuove, infatti, i bandi per i progetti che servono a realizzare azioni integrate di contrasto del cyberbullismo e per l’educazione alla legalità, ogni scuola oltre a fare rete tra istituti scolastici per elaborare questi progetti sull’uso consapevole di internet e sull’educazione ai diritti e doveri delle tecnologie informatiche, individua anche un referente di istituto che coordina queste iniziative.
SCUOLA IN PRIMA LINEA
E con il dirigente scolastico interviene informando tempestivamente i genitori dei minori eventualmente coinvolti negli atti di cyberbullismo che non si configurino come reato. In questi casi si adottano le necessarie misure di assistenza e di rieducazione. Ma quando non funzionano, arriva l’ammonimento da parte del questore, per i minori tra 14 e 17 anni. L’ispettore capo Luca Bordin ha spiegato che i casi di cyberbullismo sono in costante aumento, e nelle lezioni tenute ieri agli studenti li ha ammoniti a essere consapevoli di cosa è la Rete, e come si può utilizzare: «Siate vigili: con le moderne tecnologie la vostra vita si trova interamente online», dove si può essere “monitorati” per indagini di mercato, oppure finire al centro di truffe, sexting e rischiare l’adescamento.
I NUMERI
Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale adolescenza onlus e Skuola.net, tra i 14 e i 19 anni è abitudine di quasi 1 adolescente su 10 (e lo è per il 6% dei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni) scattare selfie intimi e condividerli. «Quando si postano immagini, pensate a cosa potrebbe succedere in futuro. Le foto inviate agli altri - ha ricordato l’ispettore capo Bordin - possono essere condivise all’infinito. Ed è difficile fermare la circolazione di immagini su social e messaggistica istantanea, anche se c’è una denuncia». Nell’agorà dei social media, la generazione “immagini e foto” può trovarsi di fronte bulli che utilizzano whatsapp, facebook e youtube come mezzi di bullismo. «Il bullismo c’è sempre stato: poteva succedere a scuola, ma nasceva e finiva all’interno dei muri della classe». Oggi invece il cyberbullismo sta dilagando, ed «è diventato quasi “di moda” prendere di mira qualcuno: una forma di cyberbullismo - ha avvertito l’ispettore capo della Polizia postale e delle comunicazioni di Rovigo Bordin - è anche escludere qualcuno dalla chat di classe».

Gli appuntamenti come i due organizzati ieri alle medie Bonifacio servono così ad accrescere la comprensione da parte dei giovani delle varie forme di violenza, fisica e psicologica, a evitare la diffusione di pericolosi stereotipi e a ricordare che «la vita non è un videogioco».
Ultimo aggiornamento: 08:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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