No-Vax: si allarga il focolaio in geriatria con altri due operatori risultati positivi

Domenica 7 Febbraio 2021 di Roberta Merlin
VACCINO RIFIUTATO Gli operatori risultati positivi hano più volte respinto la vaccinazione

ROVIGO - Cresce il focolaio di Covid-19 nel reparto di Geriatria dell’ospedale di Rovigo. Gli anziani risultati positivi al virus, ieri, sono infatti saliti a 22. Emerse, inoltre, altre due positività tra gli operatori sanitari che avevano rifiutato il vaccino. «I pazienti contagiati sono stati trasferiti in Area Medica Covid a Trecenta o in Malattie Infettive del Santa Maria della Misericordia e sono al momento asintomatici – spiega il direttore dell’Ulss 5 Antonio Compostella - Sono state individuate inoltre altre due positività di altrettanti operatori che avevano rifiutato il vaccino Covid-19.

In totale sono quindi quattro i positivi, due infermieri e due Oss, gli operatori della Geriatria che hanno rifiutato la profilassi e sono risultati positivi».


AZIONI DISCIPLINARI
L’Azienda sanitaria fa sapere che sta valutando azioni nei confronti dei quattro operatori che hanno rifiutato di sottoporsi alla profilassi e che risultavano in servizio nel reparto dove è scoppiato il maxi-focolaio. «Non c’è alcuna intenzione di attribuire senza ombra di dubbio l’origine del contagio ai lavoratori in questione – fa sapere Compostella - Ritengo però che se si fossero vaccinati avrebbero potuto evitare il contagio per se stessi e avrebbero, inoltre, potuto contribuire al contenimento della diffusione all’interno del reparto. Come Azienda, stiamo, pertanto, valutando eventuali azioni da intraprendere in base alla giurisprudenza vigente». «Una cosa è certa – conclude il numero uno dell’Ulss 5 -: questo episodio conferma l’importanza della vaccinazione per gli operatori sanitari al fine di contribuire a preservare i pazienti e gli ospiti delle Rsa. Proprio il direttore della Geriatria aveva sensibilizzato i suoi operatori sulla sicurezza del vaccino e sulla responsabilità della scelta ma, purtroppo, non è bastato a far loro cambiare idea».


SINDACATI INDIGNATI
«Un grave errore insinuare che il focolaio di Covid in Geriatria sia stato causato da due infermieri non vaccinati – protesta il segretario della Fp Cgil Riccardo Mantovan - Abbiamo ascoltato affermazioni gravissime del direttore dell’Ulss che con inaccettabile superficialità e prepotenza scarica sugli operatori sanitari la responsabilità del “terzo” cluster nel reparto di Geriatria, portando il nostro nosocomio alla ribalta delle cronache nazionali, tanto da scomodare persino un virologo come Burioni». «Evidentemente – incalza il sindacalista -, Compostella, già convinto di lasciare il Polesine con la corona di migliore gestore dell’emergenza Covid in Veneto, si è ritrovato invece a dover gestire “mediaticamente” l’ennesimo focolaio di uno dei reparti più a rischio considerando che accoglie solo anziani. Come parti sociali abbiamo ampiamente promosso la vaccinazione e continueremo a farlo lanciando messaggi a favore – spiega Mantovan -, in maniera particolare, verso gli operatori delle aree sanitarie e sociosanitarie. Già con il primo focolaio - continua il sindacalista della Fp Cgil - avevamo chiesto di verificare se ci fossero state inadempienze sulla gestione dei ricoveri, sugli screening, sui percorsi e i Dpi. Oggi ci ritroviamo con il terzo focolaio con oltre venti degenti infetti. Gli stessi operatori che non si sono ancora vaccinati per motivi che non hanno nulla a che fare con il no vax».


L’ORDINE DEI MEDICI
«Gli operatori sanitari che non si vaccinano dovrebbero essere momentaneamente adibiti a ruoli amministrativi o sospesi – interviene il presidente dell’Ordine dei medici del Polesine e del Veneto Francesco Noce -, almeno fino alla conclusione dell’emergenza. Anche se – continua - sottoporsi al vaccino dovrebbe essere un obbligo, non solo professionale, ma soprattutto morale, in particolare, per chi è a contatto con malati e anziani». D’accordo con il presidente dell’Ordine dei Medici anche la numero uno di Federfarma Polesine e vice del Veneto Claudia Pietropoli: «Chi non accetta di vaccinarsi non può lavorare a contatto con persone fragili. Nel frattempo, noi farmacisti siamo ancora in attesa di vaccinarci per proteggere noi e i nostri clienti».

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