Il ministero firma gli atti per investire 35 milioni mirati a riqualificare il Po

Mercoledì 11 Gennaio 2023 di francesco Campi
il fiume Po in secca

ROVIGO - Una nota “tecnica” che apre le porte agli interventi per la rinascita del fiume Po. Un fiume di 375 milioni di euro di investimenti per opere lungo i 652 chilometri dell’asta fluviale, in 56 aree, da Torino a Porto Tolle. E circa 35 milioni sono per dieci interventi nel tratto da Ficarolo al mare. Oltre 28 riguardano sette interventi che ricadono nel Delta, mentre altri tre, peri 6,5 milioni, interessano porzioni che comunque attraversano il Polesine, come quello di Ostiglia che riguarda anche Bergantino e Melara, quelli di Mesola e Goro che interessano Ariano e Taglio di Po, seppure l’intervento sia sulla sponda opposta.


IL VIA LIBERA
È di ieri l’annuncio dell’invio dell’informativa tecnica dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, che consentirà all’Aipo, l’Agenzia Interregionale per il Po, «di poter contare su una iniziale rilevante quota percentuale di anticipazione, sui complessivi 357 milioni di finanziamento disponibile, per avviare gli iter procedurali necessari che porteranno ai bandi di gara e alle successive aperture dei cantieri dello storico progetto di “Rinaturazione dell’area del fiume Po”. Il piano d’azione, redatto dall’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po che in tandem con lo staff tecnico di Aipo, ha recentemente concluso con ottimi esiti di presenze il processo partecipativo sulle diverse zone interessate, è sostenuto dall’Unione europea grazie al Next Generation Eu, il programma che prevede investimenti e riforme strutturali al fine di accelerare, tra vari aspetti, la transizione ecologica nel nostro paese».
I 357 milioni del Pnrr verranno investiti, sottolinea l’Aipo, «al fine di riattivare i processi naturali e a favorire il recupero della biodiversità, garantendo così il ripristino del fiume e un uso più efficiente e sostenibile delle risorse idriche, dopo oltre cinquant’anni di eccessiva pressione sulle acque e consumo di suolo oltre a escavazioni nel letto del fiume».
Il presidente del Comitato di indirizzo dell’Aipo, Pietro Foroni, sottolinea come «il compito di questo grande investimento è quello di contribuire a mitigare e gestire più adeguatamente il rischio idrogeologico, sia dal punto di vista della prevenzione che dell’adattamento, oltreché di rendere più resilienti le infrastrutture connesse alle risorse idriche».

Il direttore Meuccio Berselli, già alla guida dell’Autorità di Bacino, rimarca che «per tutta la forza-lavoro dell’Aipo, l’appuntamento con la realizzazione di questo progetto sarà da considerarsi epocale e pur facendo i conti con una tempistica ridotta e in mancanza di una legge speciale, sarà per noi fondamentale riuscire a concretizzare quanto pianificato».


LAVORI IN POLESINE
Per quanto riguarda gli interventi in Polesine, quello più oneroso, oltre 9 milioni, è la riqualificazione naturalistica dell’Isola della Batteria. A Porto Tolle anche l’intervento su Volta Vaccari, per 1,4 milioni, nonché un ulteriore intervento da 6,5 milioni a metà con Porto Viro, per la formazione di nuovi specchi d’acqua in modo da amplificare la vocazione faunistica della golena di Ca’ Pisani. Altri 1,2 milioni per la valorizzazione dell’Oasi di Ca’ Mello e per il Bosco della Donzella, mentre 7,5 sono stanziati per l’intervento che interessa Corbola, Papozze, Taglio di Po e Adria per riqualificare le aree umide su entrambe le sponde, nonché per realizzare opere di protezione arginale, proprio sul “gomito” di Corbola e a Mazzorno Sinistro. Un rimboschimento, da 380mila euro per l’area Po di Tramontana a Rosolina, mentre ad Ariano 1,8 milioni serviranno per la «riprofilatura delle sponde delle lanche con contestuale rimozione delle esotiche invasive e sostituzione con specie autoctone tipiche delle fasce arbustive di ambienti umidi, ricreando la tipica successione vegetazionale delle fasce riparie».

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