Patrimonio incompatibile con i redditi dichiarati: sigilli a 13 auto e due case

Venerdì 22 Novembre 2019 di Francesco Campi
Patrimonio incompatibile con i redditi dichiarati: sigilli a 13 auto e due case
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CANARO - Mai nessun reddito dichiarato, ma intestatari di beni mobili e immobili ritenuti «incoerenti e sproporzionati» rispetto alle attività lecite, e quindi probabile acquisto con guadagni illeciti, dalla Guardia di finanza, che con l’operazione chiamata “Tzigane” ha posto sotto sequestro due abitazioni, un terreno, tre autorimesse e ben tredici auto, tra le quali una Bmw 535 ed una Opel Zafira, per un valore complessivo di circa 100mila euro. Il sequestro è stato eseguito dalle Fiamme gialle polesane sulla base di di un decreto emesso dalla Sezione distrettuale misure di prevenzione del Tribunale di Venezia, nei confronti di due soggetti che fanno parte di un numeroso nucleo familiare nomade, come il nome dato all’operazione già lasciava supporre, radicati sul territorio di Canaro.  
IL CLAN HALILOVIC
Si tratta di uno dei tanti rami del clan Halilovic, il cui capo famiglia, spiega la Finanza, si trova agli arresti domiciliari e la maggior parte dei componenti risultano essere pluripregiundicati per reati di particolare allarme sociale come furti e rapine aggravate, in qualche caso già sottoposti a misure restrittive personali ed a misure di prevenzione personali. Di loro si era parlato in un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, l’organismo provinciale presieduto dal Prefetto e composto dal Questore, dai comandanti provinciali di carabinieri e finanza, dal presidente della Provincia, dal sindaco del capoluogo e dai sindaci territorialmente interessati dalla materia. I due soggetti in questione erano stati segnalati dalla Prefettura come persone che potevano turbare la comunità locale. Le fiamme gialle della Sezione mobile del Nucleo di polizia economico-finanziaria, hanno così fatto scattare gli accertamenti per accertare come fosse avvenuto l’accumulo dei beni poi sequestrati.
LE BANCHE DATI
Le indagini, svolte anche attraverso l’ausilio di numerose banche dati, come spiega ancora la Finanza, «hanno riguardato tutto il nucleo familiare residente a Canaro ed hanno consentito di far emergere in particolare, le posizioni di due persone fisiche risultate essere intestatarie dei beni immobili e mobili registrati, assolutamente incoerenti e sproporzionati rispetto alle fonti reddituali se si considera che tali soggetti non hanno mai dichiarato alcun reddito e non avrebbero avuto quindi, almeno lecitamente, le disponibilità finanziarie per l’acquisto e la manutenzione dei suddetti beni».
I PROVVEDIMENTI
Sulla base di quanto emerso con queste prime indagini, ad ottobre è stata proposto alla Procura di adottare misure di prevenzione patrimoniali, così come previsto dalla normativa antimafia. La richiesta formulata dalla Procura è stata poi accolta dal Tribunale di Venezia, che ha emesso un decreto di sequestro dei beni per circa 95mila euro, finalizzato alla confisca, nominando un apposito amministratore giudiziario, «ritenendo fondati – sottolinea ancora la Finanza - i presupposti di pericolosità sociale in capo ai preposti in quanto ritenuti soggetti che vivono abitualmente anche in parte coi proventi derivanti da attività delittuose ed i cui beni risultano sproporzionati rispetto ai redditi posseduti». Da parte del sindaco di Canaro Nicola Garbellini, un commento laconico: «Piena fiducia nel lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura».
Ultimo aggiornamento: 08:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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