La banda ultralarga è in ritardo, si rischia di perdere i finanziamenti

Lunedì 2 Dicembre 2019 di Francesco Campi
Un cantiere per la posa della fibra ottica
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ROVIGO - Il mondo è sempre più interconnesso e con un click si può fare tutto in pochi secondi. Sempre che la connessione lo permetta. Perché la banda ultralarga, per molti, resta ancora un’utopia: in tema di velocità di connessioni, infatti, si sta procedendo, ma la velocità non è stata per ora delle migliori.
 
In Veneto le unità immobiliari raggiunte da connessioni di almeno almeno 30 Mbit per secondo sono il 62,4%, quelle sopra i 100s appena il 24,6%. Nel comune di Rovigo la copertura delle connessioni sopra i 30 Mbit è nominalmente dell’85,1%, ma per quelle sopra i 100 si è ancora a zero ,come riporta l’apposito portale bandaultralarga.italia.it, nel quale si spiega che la data pianificata di avvio lavori di intervento pubblico è il primo semestre 2020.
La banda ultralarga in tutto il Polesine, nel 2018 era a zero. A oggi, secondo il dato aggiornato a novembre, riportato sul sito del ministero dello Sviluppo economico, i lavori sono completati, anche se manca ancora la fase del collaudo, in 11 comuni su 50, fra i meno popolosi: Corbola (85,1% delle abitazioni raggiunte), Ficarolo (98,7%), Fiesso Umbertiano (32,2%), Frassinelle (83,6%), Fratta (93,7%), Papozze (94,5%), Pincara (86,9%), Salara (98,7%), San Bellino (78,6%), Stienta (62,2%) e Villanova Marchesana (80,2%). Lavori in corso, invece, come risulta dalle recenti determine della Provincia, a Badia Polesine, Canaro, Castelguglielmo, Crespino, Gaiba, Giacciano con Baruchella, Loreo, Lusia Pontecchio, Porto Tolle, San Martino, Trecenta e Villamarzana. Gli interventi ad Adria, Bagnolo di Po, Bosaro, Canda e Polesella sono in attesa delle autorizzazioni, mentre per Bergantino, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Ceneselli, Gavello, Guarda, Lendinara, Melara, Occhiobello, Pettorazza, Porto Viro, Rovigo, Taglio di Po e Villadose, si è arrivati alla sola approvazione del progetto definitivo. Passaggio che ancora manca, invece, per Calto, Ariano, Arquà, Ceregnano, Costa, Rosolina e Villanova del Ghebbo.
La “Strategia italiana per la banda ultralarga”, il progetto “Bul”, è stata approvato dal Governo il 2 marzo 2015 «per contribuire a ridurre il gap infrastrutturale e di mercato esistente, attraverso la creazione di condizioni più favorevoli allo sviluppo integrato delle infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili, al fine di soddisfare gli obiettivi fissati dall’Agenda digitale europea entro il 2020». Il 2020 è ormai alle porte. E visto che il progetto, che mirava principalmente a coprire le aree bianche, ovvero quelle “a fallimento di mercato”, dove al privato non conviene investire perché il bacino di clienti e troppo limitato per coprire la spesa, è stato finanziato con fondi nazionali (Fsc) e comunitari (Fesr e Feasr, assegnati dalle Regioni al ministero dello Sviluppo economico in base a un accordo quadro Stato-Regioni), il rischio è quello del “disimpegno”: l’Unione europea, infatti, a fronte di soldi non spesi e rendicontati, si riprende lo stanziamento. Bisogna quindi che i progetti per la banda ultralarga corrano veloci.
In Polesine a seguire la partita è stata l’apposita costola del Consvipo, Polesine Tlc, che opera sul fronte dello sviluppo delle reti di telecomunicazione in provincia di Rovigo e le cui quote societarie sono così suddivise: 54% Consvipo, 30% Asm, 3% Camera di commercio, 2% Ecoambiente, 1% Aiem e 9% Infracom. Nell’agosto del 2017 l’amministratore delegato di Polesine Tlc, Angelo Zanellato, annunciava la firma, su carta, che avrebbe dovuto avere immediati effetti sul fronte digitale, dell’accordo per ottimizzare gli interventi previsti dal Piano Banda ultralarga nella provincia di Rovigo fra lo stesso Zanellato e Domenico Tudini, amministratore delegato di Infratel, la società in-house del ministero dello Sviluppo economico, soggetto attuatore, che ha poi siglato un contratto di concessione con Open fiber.
Ultimo aggiornamento: 12:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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