Festa per gli Azzurri, caroselli con un ferito e tuffi nel Canalbianco

Martedì 13 Luglio 2021 di Francesco Campi
Festa per gli Azzurri nel centro di Rovigo

ROVIGO - Un'esultanza senza freni che, fra clacson suonati a distesa in ogni dove, un po' di petardoni e fumogeni, con contorno di cori e grida festose fino a notte inoltrata, ha visto anche qualcuno finire all'ospedale e qualcuno dentro il Canalbianco.

In Polesine, come in tutta Italia, dopo l'ultimo rigore parato da Donnarumma, all'esplodere della gioia collettiva, l'esultanza è stata straripante e difficilmente contenibile, effetto anche della precedente compressione dovuta alle misure di contenimento della pandemia. Nei ridondanti caroselli del capoluogo, che già aveva vissuto un momento analogo il mese scorso, quando ha festeggiato la vittoria dello scudetto dei Bersaglieri, si è registrato anche un ferito.

RAGAZZO INSANGUINATO

Nulla di grave, per fortuna, ma l'immagine del ragazzo con il volto insanguinato ha creato non poca apprensione, anche perché non a tutti era apparsa chiara la dinamica dell'incidente è avvenuto una ventina di minuti prima delle due, nel tratto fra il bar Caffettiamo e la tavernetta Dante, quando ancora Corso del Popolo era invaso da persone e mezzi festanti, armati di tricolori. Imprudentemente, infatti, il ragazzo, che era a bordo dell'auto del padre, si è sporto troppo ed è caduto giù, battendo la testa sull'asfalto. Subito, facendosi largo nel caos, è intervenuta un'ambulanza che ha trasportato il ragazzo al pronto soccorso dove è stato medicato e immediatamente dimesso con una prognosi di appena due giorni.

TUFFI IN CANALBIANCO

Hanno invece messo a dura prova il proprio sistema immunitario, ed il Covid in questo caso non c'entra, i giovani che, ad Adria, hanno deciso di festeggiare tuffandosi da ponte Castello mentre una folla di curiosi si assiepava ad assistere al loro gesto. Almeno quattro, fra i quali un giocatore dell'adriese, quelli che hanno deciso di bagnare la vittoria con le acque non certo cristalline del Canalbianco. Uno si è addirittura cimentato in un carpiato all'indietro. Meglio han fatto i ragazzi che, a Rosolina, hanno concluso i festeggiamenti con un tuffo notturno in mare. Sempre ad Adria, qualcuno si è lamentato di aver trovato squarciate le gomme della propria auto, ma la cosa potrebbe essere disgiunta dai festeggiamenti per la vittoria dell'Europeo. Alla fine, però, nonostante la frenesia e qualche protesta di chi, con l'alba ormai alle porte ha iniziato ad invocare il proprio diritto al silenzio, il bilancio il bilancio complessivo della notte di bagordi è stato più che soddisfacente. Anche perché, di fatto, non è successo nulla di inaspettato e realmente pericoloso. Giovedì, non a caso, si era riunito in Prefettura il Comitato per l'ordine e la sicurezza proprio per studiare come gestire la situazione, prevedendo ogni possibile scenario. Al tavolo, aveva spiegato il viceprefetto vicario Rosa Correale, «sono state esaminate e approfondite le attività di pianificazione dei servizi di ordine pubblico e di prevenzione di assembramenti in vista della finale».

NIENTE MAXISCHERMI

ltre alla decisione di spegnere i maxischermi per ridurre, almeno in partenza, il rischio di adunate oceaniche, sempre che tali potessero essere nelle realtà polesane, con un divieto che ha fatto saltare, in particolare, le visioni pubbliche che si stavano allestendo a Porto Tolle, in Largo Europa a Ca' Tiepolo, e ad Adria, in piazza Cavour, erano state condivise delle linee operative per gestire anche il post-partita, nel caso il risultato fosse stato vincente, con «un sistema di controllo degli spazi che saranno caratterizzati dalla presenza di un cospicuo numero di supporter della nazionale di calcio». Quando le persone si sono quindi riversate festanti nelle strade e nelle piazze, le forze dell'ordine erano schierate a cercare di evitare che la situazione degenerasse. Cosa che, alla fine, non è avvenuta.
 

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