Febbre del Nilo, nuovo contagio. È un ragazzino di soli 15 anni

Mercoledì 26 Settembre 2018 di Francesco Campi
Febbre del Nilo, nuovo contagio. È un ragazzino di soli 15 anni
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ROVIGO - Il più giovane paziente al quale sia mai stato registrato il contagio del febbre del Nilo è un 15enne di Lusia, che è stato visitato nell'ambulatorio di malattie infettive dell'ospedale di Rovigo. Il responso è arrivato venerdì scorso. Le sue condizioni non appaiono preoccupanti, anche perché si tratta della manifestazione febbrile del virus, ma la sua giovanissima età rappresenta comunque un campanello di allarme e la conferma che quest'anno il contagio ha superato ogni limite, sia anagrafico che geografico, facendo registrare numeri assolutamente mai visti in Italia.

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Oltre a lui, tre altri casi sono stati attestati in Polesine, con il totale provinciale arrivato a ben 48. Si tratta di una 43enne e un 45enne residenti a Badia, la prima rivoltasi ad un laboratorio di analisi badiese, il secondo caso diagnosticato dopo una richiesta di consulenza infettivologica arrivata dall'ospedale  di Legnago, e di un 51enne di Villamarzana che si era presentato al Punto sanità di Occhiobello. Si tratta di forme di tipo febbrile, la forma più lieve e non grave del virus, tanto che tutto si è svolto a livello ambulatoriale. In ogni caso, se la Provincia di Padova risulta la più colpita a livello assoluto, con 5 morti e 73 casi diagnosticati, il Polesine è quella che in rapporto al numero degli abitanti sta pagando il tributo più alto al West Nile in questa estate assolutamente fuori scala rispetto a quanto registrato in precedenza.
L'IMPENNATA DEL CONTAGIOLo scorso anno nel territorio della provincia di Rovigo si erano registrati 6 casi di contagio umano da West Nile, due nel comune di Taglio del Po, e uno nei comuni di Adria, Rosolina, Castelnovo Bariano e Lusia. In tre casi si trattava della forma neuro-invasiva del virus: uno nella fascia d'età 45-64 anni, uno in quella 65-74 e uno nella fascia sopra i 75 anni. Da giugno a novembre dello scorso anno sono stati confermati 55 casi umani di infezione da West Nile Virus in tutta Italia, prevalentemente nel bacino padano. In 27 pazienti si è manifestata la forma neuro-invasiva, quella più grave, 7 dei quali in Veneto, nelle province di Venezia e Treviso oltre che in quella di Rovigo. Nel 2016, invece, i casi di infezione umana in Polesine erano stati 5, di cui quattro neuroinvasivi, oltre a una febbre estiva da virus.
DISINFESTAZIONE OKPer quanto riguarda il caso emblematico del 15enne di Lusia, il sindaco Luca Prando sottolinea che «dall'Ulss 5 mi è stato rappresentato che non si tratta di un caso grave, una forma leggera in un paziente che non risulterebbe avere patologie pregresse e quindi non un quadro assolutamente preoccupante. Che comunque farà scattare tutto quanto previsto dal piano regionale. Qui a Lusia siamo sempre stati diligenti e abbiamo sempre eseguito le disinfestazioni programmandole già a maggio, secondo il piano consigliato dall'Ulss. E' necessario, e qui mi rivolgo a quei colleghi che non sono riusciti a fare tempestivamente le disinfestazioni, agire tutti in modo coordinato e fare il possibile per far fronte ad un virus che altrimenti diventa sempre più difficile da arginare»
BILANCIO ANNUALEIl numero di casi registrato quest'anno, infatti, attesta una situazione che sembra essere ormai sfuggita di mano e difficilmente gestibile dai singoli sindaci, tanto che la stessa Regione è corsa ai ripari varando il Piano regionale di disinfestazione straordinaria a supporto dei Comuni.

Che ora interesserà anche Lusia. Fra l'altro, il numero dei casi che vengono accertati, è solo la punta dell'iceberg, perché la maggior parte delle persone infette, attorno all'80%, non manifesta sintomi. Nel restante 20%, ribadisce la Direzione Prevenzione dell'Area Sanità e Sociale della Regione, il virus si presenta con sintomi simil-influenzali lievi, febbre, cefalea, dolori muscolo-articolari.

Ultimo aggiornamento: 13:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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