Primi tamponi rapidi in farmacia, undici gli esercizi in campo

Mercoledì 13 Gennaio 2021 di Roberta Merlin
Una farmacia

ROVIGO - Sono undici le farmacie del Polesine che offriranno la possibilità ai clienti di effettuare il test rapido senza impegnativa medica e a pagamento. Un numero di adesioni destinato a salire nei prossimi giorni. Per il momento, sono tre le farmacie in città pronte ad attivare il servizio del tampone rapido: la farmacia Tre Colombine di via Baruchello, la farmacia di San Bortolo e la Rhodigium in via Umberto I. In provincia è già possibile sottoporsi allo screening nella farmacia Ravelli di Ficarolo (ieri erano quattro i tamponi effettuati, risultati tutti negativi). In partenza, alcune già da oggi, chi invece nei prossimi giorni, la farmacia Centrale di Porto Viro, Casna a Lusia, Negrelli a Gaiba, Prandini a Castelnovo Bariano, San Giuseppe a Lama Polesine, Sant’Andrea Veronico a Castelmassa e Alla Fenice a Boara Pisani (che fa parte dell’Ulss 5). La difficoltà che stanno incontrando i farmacisti è trovare gli infermieri professionisti per dare il via al servizio di screening volontario.
NUOVE PARTENZE
Questa mattina, a partire con i tamponi saranno le citate farmacie Alla Fenice di Boara Pisani e Centrale di Porto Viro. «Abbiamo già diverse richieste - spiega il dottor Giorgio Girotto - in questi giorni siamo stati anche contattati da una squadra di calcio, interessata a effettuare il tampone rapido ai giocatori a Porto Viro. Per il momento faremo il test per la ricerca del coronavirus in alcune fasce orarie in base alle richieste. Il tampone verrà effettuato all’esterno della farmacia, dove abbiamo allestito un gazebo. Non è stato facile trovare un infermiere disponibile, fortunatamente ci siamo riusciti. Ci tenevamo particolarmente per offrire questo importante servizio alla comunità in un momento così difficile».
COSTI CONTENUTI
Il costo del tampone rapido in farmacia sarà di 26 euro. «Un prezzo basso rispetto a quello presente sul mercato privato in questo momento - spiega Claudia Pietropoli, presidente provinciale di Federfarma - è frutto di un accordo tra farmacisti e Regione. I costi che deve affrontare la farmacia per avviare il servizio di screening sono notevoli, come la spesa relativa agli infermieri, all’allestimento di eventuale strutture esterne per effettuare i tamponi in mancanza di spazi interni da gestire in sicurezza, la spesa per presìdi e sanificazioni».
LE ISTRUZIONI
Per sottoporsi al tampone in farmacia occorrerà prenotare la prestazione, necessario poi presentarsi con il tesserino sanitario. I risultati saranno registrati al Servizio sanitario al fine di permettere il tracciamento di eventuali infetti che faranno dunque scattare le regole relative alla profilassi anche dei contatti stretti. «I farmacisti - precisa Pietropoli - potranno scegliere anche di chiedere l’esibizione della carta di identità di chi effettuerà il tampone. Potrebbe infatti succedere che ci siano persone provenienti da fuori che scelgono di effettuare il tampone nella farmacia più vicina. Importante ricordare che condizione necessaria per sottoporsi al tampone in farmacia, è quella di essere asintomatici».
Il via libera alle farmacie di avviare l’attività di screening per la lotta alla pandemia, in questi giorni, è stata messa in discussione da qualche medico in quanto i farmacisti non sarebbero autorizzati a firmare il referto del tampone, né lo possono fare gli infermieri che a loro volta sono stati incaricati dalle farmacie di occuparsi concretamente dell’esecuzione del test rapido. Nel protocollo sottoscritto a fine dicembre si prevede, però, che una volta eseguito il tampone rapido da parte di un infermiere specializzato, il farmacista inserisca il risultato nel database regionale, indirizzando poi l’eventuale soggetto positivo al proprio medico di base per la gestione della quarantena. I farmacisti veneti, per voce di Federfarma regionale e del sindacato indipendente FarmacieUnite, hanno sottolineato che non intendono «sovrapporsi a nessun’altra categoria professionale della sanità». In particolare, Federfarma Veneto ha spiegato che i farmacisti veneti si sono «offerti di integrare le strutture pubbliche e private già impegnate nella campagna di tracciamento investendo per attrezzare i locali, inserire personale qualificato all’uso dei tamponi, ampliare gli orari a disposizione del pubblico e garantire alla popolazione e all’amministrazione regionale il numero più alto di test effettuati».
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