Tribunale, si va verso l’ex questura. Ultimo tentativo per la Silvestri

Mercoledì 12 Maggio 2021 di Francesco Campi
Il tribunale di Rovigo: uno dei progetti allo studio.

ROVIGO Una giornata importante per capire il futuro del Tribunale, anche se la Conferenza permanente per il funzionamento degli uffici giudiziari, convocata per le 15.30 di oggi in Prefettura, potrà essere risolutiva, ma non decisiva in senso stretto, perché la decisione resta sempre e comunque in capo al ministero di Giustizia.

Al di là delle fiammate politiche degli ultimi giorni, l’orientamento sembra essere già abbastanza chiaro. Ovvero, una soluzione su due sedi, una delle quali quella attuale, in via Verdi, e l’altra negli spazi dell’ex questura, a cavallo fra vicolo Donatoni e via del Sacro Cuore, incastonata fra Duomo e Torri.


SOLUZIONE PRIMARIA
L’ipotesi più accreditata è che tutti gli uffici possano trovare posto nell’ex questura “allargata”, tranne Giudice di pace, Unep e archivi, che occuperebbero la sede di via Verdi. L’unico aspetto da valutare sembra essere la volumetria dell’ex questura, di proprietà demaniale, per la quale nel 2016 la Regione aveva bocciato il progetto per la nuova sede della Guardia di finanza, che portava da 5mila a 9mila i metri quadrati, valutato in contrasto con il piano regolatore del Comune. Proprio il Prg, la cui validità si voleva ribadire nella mozione che per il voto contrario di parte del Pd, ha portato alla crisi di maggioranza e alle dimissioni del sindaco Edoardo Gaffeo. Questi non ha nascosto la propria preferenza per l’ipotesi che prevede l’utilizzo del palazzo della Provincia di viale della Pace e dell’ex Banca d’Italia. Quest’ultima sembra però essere stata messa nel mirino come possibile sede per la Guardia di finanza.
Il presidente del Tribunale di Rovigo, Angelo Risi, ribadisce che «in ogni caso si tratterà di una situazione di compromesso, perché nel centro storico di Rovigo non è presente un edificio che possa contenere tutti gli uffici giudiziari oggi divisi su più sedi: per questo va trovata una soluzione che riesca a contemperare tutte le esigenze».
Risi da anni ha richiesto una soluzione unitaria, avanzando anche l’ipotesi Censer che era stata poi bocciata a livello politico anche per la vivace campagna per il Tribunale in centro. Stesso motivo per il quale è stata affossata anche la prima ipotesi B, quella dell’ex Maddalena, che avrebbe avuto le cubature giuste, inserito nel bando Periferie. A esplicita domanda, sul perché sia stata accantonata questa soluzione, il presidente Risi allarga le braccia in modo significativo, come a dire che non è a lui che deve essere fatta questa domanda.


IL RILANCIO
Nei giorni scorsi, il presidente della Provincia Ivan Dall’Ara ha lanciato un ultimo assalto all’arma bianca all’ex caserma Silvestri, riconosciuta universalmente come soluzione ottimale dopo quella tramontata dell’utilizzo dell’ex carcere di via Verdi, dove l’amministrazione penitenziaria ha già affidato i lavori per la realizzazione dell’istituto penale per minori del Triveneto. Nella Silvestri, tuttavia, già dal 2014 il Demanio ha ipotizzato la collocazione di Agenzia delle Entrate, Archivio notarile e Archivio di Stato non solo di Rovigo, ma anche di Venezia e Mestre. Un’ipotesi di progetto da 33 milioni, tuttavia ancora allo stato embrionale, con la sola assegnazione degli spazi per gli uffici, attualmente in affitto. Anche se come ha ricordato il sindaco, sfumando la riorganizzazione svanirebbero i 33 milioni, che tornerebbero nel fondo nazionale. Dall’Ara ha prima ottenuto l’approvazione all’unanimità del consiglio provinciale di un ordine del giorno per far tornare sul tavolo l’ipotesi della Silvestri, poi ha attivato il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, che oggi parteciperà al tavolo. Insieme, oltre al presidente Risi e ai componenti “istituzionali” della Conferenza permanente, al presidente dell’Ordine degli avvocati Enrico Ubertone, al prefetto Maddalena De Luca, al vice sindaco Roberto Tovo perché il primo cittadino ieri ha subito un intervento chirurgico, al presidente Dall’Ara, al direttore regionale del Demanio e ai tecnici ministeriali che hanno realizzato la perizia sulle due ipotesi ex questura, ex Banca d’Italia e palazzo della Provincia di via della Pace.
 

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