Il ministero dà i soldi del Pnrr solo al Sud: addio recupero dell'ex manicomio di Rovigo

Giovedì 27 Ottobre 2022 di Francesco Campi
La targa all'ingresso dell'ex ospedale psichiatrico di Rovigo, nella frazione di Granzette

ROVIGO -  Cose da manicomio verrebbe da dire. I sindaci di mezzo Veneto, ma di tutto il Nord, sono in subbuglio per quella che il presidente dell’Anci Veneto e primo cittadino di Treviso Mario Conte definisce «una situazione scandalosa». Una situazione che per Rovigo significa veder naufragare un sogno, quello di ridare vita all’ex ospedale psichiatrico di Granzette, per il quale il Comune si era fatto parte attiva di un progetto da ben 20 milioni di euro per il recupero e rilancio dell’intero complesso, con la realizzazione di spazi per nuovi servizi socio–sanitari e di alloggi per studenti e personale sanitario, creando una sorta di “Cittadella sanitario-universitaria-residenziale”.

LA BEFFA
Un sogno. Destinato a rimanere tale, almeno per ora, perché il progetto di Rovigo non è stato ammesso fra quelli finanziati dal bando per i “progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale”. Un bando i cui finanziamenti non hanno varcato la linea del Po. Anzi, nemmeno il Rubicone. Nessuno beneficiario, infatti, più a nord delle Marche. Dei 296 milioni stanziati dal Ministero dell’Interno a favore di 201 progetti presentati da 63 Comuni, 161 milioni sono andati alla Campania, 60 alla Sicilia, quasi 50 alla Calabria, 19 alla Puglia e 5 alle Marche, l’unica area fra le beneficiarie che non sia a sud di Roma.
La graduatoria è stata pubblicata con decreto il 19 ottobre.

E il presidente dell’associazione dei sindaci del Veneto Conte ha tuonato: «La graduatoria ha escluso la totalità dei Comuni veneti destinando le risorse praticamente tutte al Sud. Si tratta di una discriminazione nei confronti delle amministrazioni della nostra regione e, più in generale, del Nord. I sindaci sono stanchi, la situazione è insostenibile. Stiamo assistendo al solito copione: nuovi bandi, vecchi errori».

Anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato ha usato toni duri. Un commento amaro è arrivato dal sindaco di Polesella Leonardo Raito, che da presidente del Consiglio di bacino Polesine, ente che affida e controlla il servizio idrico integrato, ha assistito a un film analogo per quanto riguarda il bando Pnrr per gli interventi volti a ridurre le perdite acquedottistiche. Ha lasciato a secco di finanziamenti il Polesine, nonostante il progetto di Acquevenete fosse rientrato fra i 67 ammessi, come la maggior parte dei progetti del Nordest: «Non c’è un Comune al di sopra delle Marche che abbia ottenuto il finanziamento del Pnrr per la rigenerazione urbana. Comuni del Sud hanno avuto finanziati 5-6 progetti. Eppure esistono fondi specifici per le regioni meno sviluppate e anche nel Pnrr parte delle risorse sono destinate a quelle regioni. Amministrare bene paga? Parrebbe di no, visto che esistono meccanismi perversi che premiano i comuni in dissesto e quelli con bilanci disastrosi. Bisogna prendersela? Sì, perché nessuno ha previsto criteri di selezione dei progetti atti a escludere qualcuno a vantaggio di altri. Servono correttivi o anche queste grandi opportunità si tradurranno in disastri».

Al di là delle questioni di principio, in pratica crolla un importante progetto che avrebbe permesso il recupero di un “luogo dell’abbandono”, creando una sorta di “campus” alle porte della città. Un modo per rendere fruibile l’ex manicomio abbandonato e la sua preziosa area verde, trasformando la frazione di Granzette in una sorta di quartiere cittadino, ricucendo il tessuto urbano nell’area nordovest, ricomprendendo Censer e Commenda Ovest. Era davvero un sogno. Fatto finire nel cassetto da una graduatoria. Nella quale il Nord non esiste. Meno che mai Rovigo. Per non parlare di Granzette.
 

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