ROVIGO - Fabbricazione di esplosivi non riconosciuti, fatto diretto a cagionare il crollo di una costruzione o parte di essa e altro disastro, lesioni personali ai danni di soggetti minori all’interno di istituto di istruzione, interruzione di servizio pubblico e danneggiamento di edificio pubblico: queste le plurime e pesanti ipotesi di reato formulate dalla Procura nei confronti di chi ha provocato l’esplosione avvenuta all’Ipsia Marchesini nel polo scolastico di via Alfieri una settima fa, la mattina del 23 marzo scorso. L’autore, o gli autori, del gesto sconsiderato non sono stati ancora individuati, motivo per cui il fascicolo aperto in Procura è attualmente iscritto a carico di ignoti. Delle indagini, che sono in pieno svolgimento, si sta occupando la Squadra mobile, con gli accertamenti tecnici ed ulteriori approfondimenti investigativi a cura dei Vigili del fuoco.
PROCURA ALL’OPERA
A dare comunicazione sugli sviluppi delle indagini è stato ieri il nuovo procuratore capo di Rovigo Manuela Fasolato, in una nota diffusa «per una corretta informazione stante la rilevanza pubblica della notizia nel rispetto della normativa in materia». L’esplosione è avvenuta verso le 9 al primo piano del plesso di via Alfieri, riservato all’Ipsia, mentre al piano superiore si trova l’Itg Bernini, all’interno di un’aula chiamata “multifunzione”, ad uso pressoché esclusivo dei docenti ed utilizzata prevalentemente per alcuni momenti di insegnamento della lingua italiana agli studenti stranieri.
CACCIA AGLI AUTORI
Per questo, si spiega nella nota diramata dal procuratore Fasolato, la Procura procede contro ignoti in fase di indagini preliminari per i reati, formulati allo stato e in ipotesi accusatoria, di cui all’articolo 434 comma 1 del Codice penale, fatto diretto a cagionare il crollo di una costruzione o parte di essa e altro disastro, articoli 582 e 61 numero 11 ter, lesioni personali ai danni di soggetti minori all’interno di istituto di istruzione o di formazione, articoli 331 e 340, interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, articolo 635 comma 1 e 2 numero 1, danneggiamento di edificio pubblico o destinato a uso pubblico, e articolo 24 legge 110 del 1975, fabbricazione di esplosivi non riconosciuti. Nella comunicazione della Procura si sottolinea anche che «è stato disposto dalla Procura il sequestro di materiale ritenuto pertinente ai reati ipotizzati al fine di accertare la dinamica dei fatti con avvio dei necessari approfondimenti tecnici per verificare la causa, la natura e tipologia dell’esplosione e dei materiali che l’hanno provocata».
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