Ennio Morricone, la sua eredità al conservatorio Venezze grazie a due docenti

Martedì 7 Luglio 2020 di Sofia Teresa Bisi
Ennio Morricone dirige l'orchestra al Roma film festival nel 2006

ROVIGO. Il Conservatorio di Rovigo accoglie e diffonde il grandioso insegnamento di Ennio Morricone. A dirlo, ieri nel triste giorno della scomparsa dello straordinario artista novantunenne, sono Marco Biscarini e Daniele Furlati, docenti del corso di Composizione per la musica applicata alle immagini del Venezze, che conta una sessantina distudenti. «Abbiamo seguito i corsi estivi di Morricone alla Chigiana di Siena – affermano i suoi due allievi – negli anni ’90, quando la musica per film faticava ad essere accettata come un corso alla pari degli strumenti classici. Molti anni prima aveva tenuto delle lezioni Nino Rota, ma i cinque anni con Morricone, sebbene in periodi contenuti, hanno lasciato un segno indelebile che ora vorremmo trasmettere alle nuove generazioni».
RIVOLUZIONARIO
«È stato un rivoluzionario. – commenta Biscarini – Le sue idee non hanno mai smesso di essere un decennio in anticipo rispetto alle mode e alle tendenze. Ha iniziato la carriera come arrangiatore per Rca; ha curato capolavori come “Sapore di Sale” e “Se telefonando” e non ha mai smesso di aggiornarsi. Studiare le sue partiture offre continui spunti di riflessione sulla sua genialità: in un momento in cui la musica da film era ancora legata a un certo sinfonismo, lui sosteneva il valore del singolo motivo, dell’idea di fondo su cui puntare per creare temi efficaci. Tra i capolavori a me più cari, posso citare “La migliore offerta”, in cui ha saputo combinare elementi rinascimentali, preesistenti e all’avanguardia in un mix eccezionale».
«È un giorno davvero triste per la musica mondiale – confessa Furlati – perché perde un talento unico. Due uomini inarrivabili e fortissimi hanno lasciato in me un segno indelebile: mio nonno ed Ennio Morricone. Ricordo di avere iniziato i suoi corsi a Siena a 17 anni: era un docente un po’ schivo ma sensibile. Ho provato a lungo a imitare il suo uso inconfondibile degli strumenti ad arco nella scrittura; lui invece mi spinse con fermezza alla ricerca di uno stile personale. Poi siamo stati sempre in contatto, almeno fino all’Oscar, che gli ha cambiato la vita. Vorrei trattare i miei studenti con la stessa severità, fermezza e gentilezza, per far capire loro, nonostante oggi sia un periodo molto difficile per la musica, il valore di padroneggiare una tecnica per realizzare le proprie passioni». 
«La soddisfazione più grande? – concludono i due docenti – Essere stati con il Maestro nella cinquina dei finalisti per i David di Donatello. È stato 10 anni fa, per il film “L’uomo che verrà”. Abbiamo capito solo nel tempo il valore dell’insegnamento di Morricone. Speriamo di farlo conoscere e ricordare il più possibile, proprio oggi che gli siamo un po’ più debitori, perché è stato consegnato il Nastro dell’anno 2020 al film “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti, di cui abbiamo composto le musiche”.
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