I segnali opposti dell'economia polesana: aumenta la produzione, calano le imprese

Lunedì 5 Giugno 2023 di Francesco Campi
La Camera di commercio di Rovigo

ROVIGO - L’inizio dell’anno ha dato segnali positivi sul fronte delle imprese, ma il loro numero continua crollare. E in particolare, a cedere sempre più il passo sono le imprese artigiane. È quanto emerge dalle prime analisi su congiuntura e demografia d’impresa effettuate dalla Camera di commercio di Venezia e Rovigo sul primo trimestre del 2023. In Polesine, al 31 marzo, si registra una produzione in aumento del 5,5% rispetto all’anno precedente, con il fatturato totale in crescita di ben il 12,9% e con gli ordini totali in aumento del 5,9%. Oltre a questo, anche prospettive ottimistiche per i livelli futuri di produzione, previsti in crescita dal 56,4% degli imprenditori, e per il fatturato, in futura salita per il 56,1%. La tendenza degli ordini interni sarà positiva per il 42,5% e stazionaria per il 39,9%, mentre gli ordini esteri sono stimati in aumento per il 51,7% del campione.
Accanto a questo c’è l’altro lato della medaglia che dimostra come tali statistiche con il segno più siano influenzate dalle realtà più grandi e in salute, mentre le attività più piccole continuano a lanciare segnali di sofferenza.

Non a caso, secondo uno studio diffuso il mese scorso dalla Cgia di Mestre sui dati Istat di inizio 2021, in Polesine le microimprese, ovvero le realtà fino a 9 addetti, escluse quelle del settore agricolo, che in questa provincia ha fra l’altro numeri importanti, ammontano a 16.868. Aziende che in tempi di rincari improvvisi e fluttuazioni della domanda da parte dei consumatori, rischiano spesso di trovarsi fuori rotta. Solo fra gennaio, febbraio e marzo sono scomparse 779 attività, con il numero delle localizzazioni di imprese attive sceso sotto quota 28mila facendo registrare un meno 2,7% rispetto al primo trimestre del 2022. E già lo scorso anno ha fatto registrare numeri pesanti, perché nel corso dei 12 mesi si sono perse 465 imprese.

I NUMERI
Al di là del fatto che le fluttuazioni nell’arco dell’anno sono tipiche del Polesine, con l’inizio anno sempre più ostico, tendenzialmente il calo sembra subire un’ulteriore accelerazione. A calare, e parecchio, anche le nuove iscrizioni che nel primo trimestre sono state 353, il 7,5% in meno rispetto all’anno precedente. In aumento anche le cancellazioni non d’ufficio, 551, il 16,7% in più. In particolare, le maggiori emorragie si registrano nell’agricoltura, con 182 imprese in meno rispetto a marzo 2022, il meno 2,6%, nel commercio con 168 aziende in meno e il meno 2,7%, nelle costruzioni con un calo di 166 unità e ben il meno 4,9%, probabile effetto anche della fine dei bonus, nelle attività manifatturiere con 93 aziende in meno, il eno 3,2%, nelle attività di alloggio e ristorazione con 70 aziende svanite, meno 3,6%, nei trasporti con 58 aziende perse, meno 6,4%. Altre 24 aziende si sono perse nel settore noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese, 20 invece nei servizi di informazione e comunicazione e 17 anche nelle attività finanziarie e assicurative.

I DATI POSITIVI
Contenuti sia numericamente che settorialmente gli incrementi positivi, come quello delle attività immobiliari che crescono dello 0,9% con 11 unità in più rispetto al primo trimestre del 2022, come quello del comparto istruzione con 7 imprese in più, il 5,2%, quello dei servizi di fornitura acqua e reti fognarie con 7 realtà in più, 5,4%, quello delle attività professionali, scientifiche e tecniche con 6 aziende, 0,6%, e quello in sanità e assistenza sociale con 5 realtà in più, pari al 2,2%. Guardando alle caratteristiche delle imprese, il primo dato che balza agli occhi è l’ulteriore calo del 4,9% delle imprese artigiane, che perdono 284 unità sul 2022 e ben 1.390 sul 2014, riducendosi di un quinto, meno 20,1%, in un decennio. Per quanto riguarda i conduttori, calano le imprese straniere, 109 unità in meno, 4,8%, anche se nel 2014 erano 108 in meno, quelle giovanili di 51 unità (meno 3,3%), e quelle femminili di 152 unità, il meno 2,7% rispetto a marzo 2022, ma ben 582 in meno rispetto al marzo 2014.

Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 10:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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