L'Ecolab chiude, 43 licenziati, mossa dell'azienda: «Aiuteremo i lavoratori»

Sabato 14 Settembre 2019 di Francesco Campi
L'Ecolab chiude, 43 licenziati, mossa dell'azienda: «Aiuteremo i lavoratori»
ROVIGO -  «In seguito alla comunicazione dell'intenzione di chiudere lo stabilimento di produzione a Rovigo, inizieremo un processo di consultazione con tutte le parti sociali: daremo il massimo supporto ai lavoratori interessati da questa decisione ed esploreremo tutti i modi per ridurre o mitigare l'impatto sociale, inclusa la vendita dell'impianto». Ecolab Italia, articolazione della multinazionale con sede in Minnesota, ribadisce l'intenzione di dismettere l'impianto di produzione di viale del Lavoro, che fino all'acquisizione, avvenuta nel 2011, era la autoctona Esoform, nata nel 1921 e in grado di divenire leader in Italia nel settore dei disinfettanti.

Con una stringata nota, Ecolab rimarca come alla base della scelta vi sia stata un'analisi della struttura europea, solo una delle sette in cui si articola il colosso con 49mila dipendenti in tutto il mondo e ricavi che nel 2018 si sono attestati a 14,6 miliardi di dollari: «Questa decisione è stata presa dopo una revisione approfondita della rete di siti produttivi e dei clienti finali in Europa: dall'analisi effettuata è emerso che altri stabilimenti Ecolab sono più vicini ai clienti e pertanto più adatti allo sviluppo di mercato previsto».
Della galassia Ecolab fa parte anche lo stabilimento di Pescantina, in provincia di Verona, attivo sempre nella produzione di disinfettanti, fagocitato con l'incorporazione del 2017 dei Laboratoires Anios, dove è già stata delocalizzata parte della produzione rodigina, mentre un'altra fetta ha preso la strada della Francia, verso lo stabilimento di Châlons-en-Champagne.
SINDACATI Dopo aver sollecitato il prefetto di Rovigo Maddalena De Luca alla convocazione di un apposito tavolo, ieri Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno chiesto un incontro urgente all'assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan. «Le motivazioni della chiusura - è il messaggio inviato - non sono riconducibili a crisi, ma sarebbero di ordine strutturale: dimensioni piccole del sito e difficoltà nella logistica rispetto alla clientela che si sviluppa, secondo le dichiarazioni aziendali, prevalentemente Oltralpe. L'azienda intende procedere alla chiusura con il licenziamento collettivo dei lavoratori e senza affrontare ipotesi di riorganizzazione o preventivamente attendere eventuali cessioni di azienda finalizzate alla conservazione del sito produttivo e all'occupazione».
E se lunedì prossimo i sindacati, dopo un incontro con Confindustria e un'assemblea dei lavoratori, parteciperanno nel pomeriggio al consiglio comunale straordinario, sul tema interviene anche il coordinamento provinciale di Articolo Uno con una nota inoltrata da Giovanni Nalin, ex segretario Cgil: «La crisi che sta coinvolgendo 43 dipendenti della Ecolab deve rappresentare il punto di partenza per l'avvio di una fase di iniziativa dell'amministrazione comunale nei confronti della Regione. Troppe volte in passato, in casi analoghi, ci si è limitati alla solidarietà. Rovigo e il Polesine, da molti anni, perdono strutture importanti per l'economia del territorio con chiusure e trasferimenti di fabbriche che oltre a ridurre drammaticamente il numero degli occupati, hanno duramente indebolito quantità e qualità del lavoro disponibile. Diviene fondamentale avviare da subito una nuova stagione di iniziative politiche e amministrative, in grado di stringere una sorta di patto strategico tra tutti i soggetti della rappresentanza e attraverso loro con i cittadini, in grado di elevare le capacità di trattenere quanto esiste e di attrarre nuove opportunità».


    
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