Infermiera uccisa da una fiammata, la bottiglia di alcol portata in bagno per disinfettare: cosa è successo a Chiara?

Sabato 29 Maggio 2021 di Francesco Campi
Infermiera uccisa da una fiammata
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ROVIGO - Una bottiglia di alcol in mano, in bagno. Poi la fiammata e il fuoco che ha avvolto una 48enne. Urla, il marito che accorre. Il figlio grande che si sveglia. Ancora urla. Tutto è successo in pochi istanti, densi e pesanti. Che hanno avuto come loro tragica conseguenza la morte di Chiara Fantinati, 48enne infermiera dell'Ulss Polesana, poche ore dopo, all'ospedale di Rovigo prima che fosse stato possibile stabilizzarla e trasportarla, come era stato inizialmente previsto, al Centro grandi ustionati di Verona e nonostante il disperato tentativo dei medici e dei colleghi che hanno provato di tutto per riuscire a salvarla. Ma le ustioni riportate su oltre l'ottanta per cento del corpo avevano purtroppo fin da subito lasciato temere che il più doloroso degli epiloghi fosse difficile da scongiurare.


Suicidio o tragico incidente?


La tragedia si è consumata alle prime luci di ieri, qualche minuto prima delle 6. E ancora gli investigatori della Squadra mobile rodigina stanno cercando di mettere insieme gli elementi che possano permettere di chiarire esattamente cosa sia successo. Un compito non facile. In un primo momento, infatti, era apparso possibile che potesse essersi trattato di un gesto di natura volontaria, ma nulla, proprio nulla sembrava corroborare questa ipotesi. Perché nonostante la normale stanchezza, la 48enne, infermiera, moglie e madre di due figli, di 7 e 16 anni, non aveva manifestato alcun accenno di forma depressiva, tanto meno aveva detto a familiari o amici parole che potessero risuonare come un campanello di allarme. Una famiglia unita, senza problemi. Certo, le apparenze a volte nascondono realtà diverse. Ma anche scavando, ieri, gli investigatori non sembrano aver trovato nulla. Ecco, quindi, che con il passare delle ore si è consolidata l'ipotesi di una drammatica fatalità. Un incidente. La donna, infatti, sembra aver utilizzato l'alcol per pulire e disinfettare il bagno. Cospargendo con il liquido e poi dando fuoco con l'accendino. Un'operazione compiuta molte altre volte, a casa come sul lavoro.

Questa volta, però, i vapori, si sarebbero incendiati. Improvvisamente, inavvertitamente. Una frazione di secondo. Irreversibile.


Come sono partite le fiamme?


Il cosiddetto ritorno di fiamma, ovvero la risalita del fuoco lungo la scia dell'alcol, sarebbe arrivata fino alla bottiglia che la donna aveva in mano, incendiando tutto. Quando il marito ha sentito la moglie che gridava, è corso in bagno e l'ha trovata mentre si contorceva fra le fiamme che avvolgevano i vestiti che aveva addosso, rimasti impregnati di alcol. Ha subito chiamato il 118 e ha seguito le indicazioni che l'operatore gli ha dato telefonicamente, rimanendo in linea fino a quando l'ambulanza non è arrivata a casa loro, una graziosa villetta di recente costruzione a San Pio X, in via Salieri. Sul posto sono accorsi anche i vigili del fuoco, anche se al loro arrivo tutte le fiamme erano già state spente e hanno verificato l'assenza di eventuali fughe di gas, constatando invece un forte e persistente odore di alcol.


Le indagini

La donna è stata subito trasportata con codice rosso in ospedale e ricoverata con prognosi riservata. Nel frattempo sul posto è arrivata anche la Polizia, in forze, con gli operatori della Mobile e quelli della Scientifica. Che per ore hanno compiuto accertamenti accurati per cercare tracce, indizi, frammenti, attraverso i quali poter ricostruire il più minuziosamente possibile il quadro all'interno del quale è avvenuta la tragedia e arrivare quindi a dare risposte alle tante domande che ancora aleggiano irrisolte. Risposte che solo Chiara avrebbe potuto dare.

Ultimo aggiornamento: 17:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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