Rovigo. Distributori di benzina chiusi: sono diventati zone di degrado. Costi di bonifica troppo alti

Martedì 21 Marzo 2023 di Elisa Barion
Rovigo. Distributori di benzina chiusi: sono diventati zone di degrado

ROVIGO - Erano distributori di benzina, oggi di quelle vecchie attività in alcuni casi resta solo lo spazio una volta occupato dalle pompe, in altri casi sono rimasti anche i totem delle pompe ormai non più funzionanti. In diversi di questi vi sono anche condizioni di degrado, con le aree sì transennate, ma con erbacce e arbusti che crescono sul vecchio asfalto.


I LUOGHI
Sul territorio di Rovigo se ne contano diversi: un distributore chiuso da oltre un decennio è presente anche in pieno centro storico, lungo corso del Popolo, a due passi dalla sede di Banca del Veneto centrale e del supermercato Orva. Se questo può sembrare il caso più emblematico, visto che si trova nel cuore del salotto buono della città, vale la pena passare in rassegna almeno qualcuno dei numerosi vuoti del territorio urbano. Facendo quattro passi in direzione piazza Merlin e inoltrandosi lungo via Boscolo, ci si imbatte in un ex punto di rifornimento di carburante che in passato è diventato un parcheggio a pagamento regolamentato dal parcometro e da una convenzione tra il proprietario e l'amministrazione comunale: si trova all'intersezione tra via Boscolo e vicolo Bortoloni e può ospitare circa una decina di auto. Uno spazio prezioso per la città, vista la sua collocazione.
A circa mezzo chilometro di distanza da via Boscolo, sei minuti di strada se la si percorre a piedi, di ex distributori se ne trovano ben due.

Entrambi collocati su viale Oroboni. Il primo, un punto che era Eni station chiuso in tempi recenti, si trova all'angolo con via Stacche. Il secondo, chiuso da quasi due decenni, sorgeva all'angolo dell'incrocio tra le vie Oroboni e Fuà Fusinato. Era di proprietà di Eni tant'è che fino al 2020, nella vetrina dell'edificio fulcro dell'attività campeggiava il cartello "vende terreno" con riportati i recapiti di Immobiliare Eni cui rivolgersi per informazioni. Eni ha avviato da tempo un imponente piano di dismissione del patrimonio immobiliare cui ha dedicato un sito internet specifico. Attualmente, se si digita "Rovigo" nel sistema di ricerca, il primo risultato che viene fornito riguarda un complesso immobiliare situato in via Goldoni da 7.075 metri quadri scoperti e 512 coperti, un tempo adibito a deposito di gas liquido, ma a oggi non sono presenti depositi o cisterne. Il complesso immobiliare è in vendita all'asta a 98mila euro.


Spostandosi da via Goldoni di nuovo verso il centro città, si può vedere come stiano proseguendo i lavori nell'area dell'ex distributore Agip sulla quale è in costruzione una palazzina, all'incrocio tra le vie Cavallotti e Dante Alighieri, e ponte Marabin. Il distributore, poi abbattuto, era di proprietà dell'Eni. Nel 2018 il costo di bonifica dell'area messo a preventivo era di due milioni. Nel sito, tra l'altro, era stata riscontrata anche la presenza di amianto. Altri due ex distributori sono presenti in via Porta Po, a poche decine di metri di distanza l'uno dall'altro, un altro in via Amendola, tra i due distributori Agip e Ip in funzione, un altro dismesso, l'ex Tamoil, si trova nella frazione di Mardimago.


MANI LEGATE
Le aree elencate sono tutte di proprietà privata e «il Comune - evidenzia l'assessore Giuseppe Favaretto - non ha titolo per intervenire in merito alla loro bonifica, a meno che queste non rappresentino un rischio o un pericolo per la salute pubblica». Non è il caso degli ex distributori del territorio. Tra l'altro, il ripristino dei siti che hanno ospitato i distributori è un intervento alquanto oneroso, a livello economico, per via di cisterne e impianti presenti nel sottosuolo e che un tempo contenevano il carburante in vendita erogato dalle pompe. In alcuni casi, però, lo spazio dismesso è tornato utile ai cittadini, come nel caso di via Boscolo che è stato trasformato in un parcheggio. In altri casi, invece, solo il tempo ne rivelerà la sorte, visto che i proprietari sembrerebbero non interessati a cedere l'area.

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