Crespino. Uccise a fucilate un cane: cacciatore condannato a sette mesi

Giovedì 3 Novembre 2022 di Francesco Campi
Cacciatore nel delta del Po
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CRESPINO - Un colpo risultato letale ad un cane e costato una condanna a 7 mesi di reclusione, con la confisca del fucile da caccia, all’uomo che lo ha esploso, nell’aprile di tre anni fa. Oltre a questo, il giudice Mabel Manca che ieri ha pronunciato la sentenza del processo di primo grado nei confronti del cacciatore accusato di uccisione di animale, ha disposto anche la trasmissione degli atti al Prefetto per la revoca del porto d’armi e della licenza di caccia. La difesa, affidata all’avvocato Germano Rizzi, ha contestato il fatto che fosse stato l’imputato, l’agricoltore Diego Scapin, a sparare il colpo che ha ferito a morte il cane.
Durante le indagini è stata anche affidata una perizia al Ris, che ha solo confermato una compatibilità per una delle armi da caccia e per delle cartucce che l’uomo aveva in proprio possesso.

Ma senza la certezza che il colpo fosse proprio partito da quella specifica arma. Ed è su questo aspetto tecnico che si è incentrata l’arringa difensiva.

Le indagini

Tuttavia agli atti del pm, fra le informazioni raccolte dai carabinieri nel corso delle indagini, anche una sorta di parziale ammissione perché, avrebbe detto loro, quel cane faceva strage delle sue galline. Il “cinocidio” ha avuto come teatro Selva di Crespino e risale al pomeriggio di domenica 7 aprile 2019. Una donna, residente in zona, durante una passeggiata lungo una strada bianca che si dirama da via Selva notò il cane sdraiato a terra, immobile. E, una volta avvicinatasi, si accorse che l’animale era ormai morto, in una pozza di sangue. Con un grosso foro sul fianco. Una ferita che è subito apparsa provocata da un colpo di fucile da caccia. La donna raccontò ai carabinieri, che erano poi intervenuti dopo la sua segnalazione, insieme al cinovigile ed al veterinario di turno, di aver sentito, in lontananza, prima di imbattersi nel cane senza vita, due colpi che le erano sembrati due spari. La notizia dell’uccisione del cane aveva destato un’ondata di indignazione per la brutalità del fatto. 
Il giallo è poi stato risolto grazie alle accurate indagini dei carabinieri della Stazione di Crespino e chi ha sparato, uccidendo, è stato individuato e denunciato per l’ipotesi di reato di uccisione di animali. La vittima era un cagnolino meticcio, sprovvisto di tatuaggio o microchip e, quindi, di fatto un randagio. O comunque, un cane “vagante”. L’uccisore, invece, un agricoltore e cacciatore della zona. Come era subito apparso abbastanza evidente, visto che l’animale era stato abbattuto con un fucile da caccia, con una cartuccia a pallettoni trovata e sequestrata dai militari.
Tuttavia, che si potesse essere trattato di un incidente durante una battuta di caccia, era subito apparsa un’ipotesi da scartare, perché la stagione venatoria si era chiusa, come di consueto, il 31 gennaio precedente. La pista seguita fin dall’inizio dai militari, dunque, era che si fosse trattato di un gesto di natura volontaria.
 

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