Ospedali verso il ritorno alla normalità: si chiudono aree Covid, riaprono diversi reparti

Sabato 19 Febbraio 2022 di Francesco Campi
L'ospedale di Rovigo

ROVIGO - Passata è la tempesta. E anche se c’è poco da festeggiare e il nemico è ancora ben presente, gli ospedali si riavvicinano a una situazione di normalità. Già da mercoledì è ripartita quella parte della Chirurgia che si era fermata per dedicare più medici e infermieri a fronteggiare la marea di ricoveri Covid, ovvero la Week surgery e la Day surgery al terzo piano dell’ospedale di Rovigo, riattivata con 21 posti letto.
Da lunedì, invece, all’ospedale di Adria verranno riattivati 10 posti letto della Cardiologia e 7 di Riabilitazione, che nel corso della settimana vedrà la riattivazione di 6 ulteriori posti letto. Sempre ad Adria, nel corso della prossima settimana, è programmata la riattivazione completa di Ortopedia, Chirurgia e Urologia secondo quanto previsto dalle schede ospedaliere. L’Area medica Covid all’ospedale adriese, che era stata attivata il 9 gennaio, chiuderà i battenti, perché il numero totale dei pazienti Covid non è più tale da rendere necessaria la sua apertura. Per i ricoveri Covid attuali, 43 quelli del bollettino di ieri, bastano infatti i 52 posti dell’Area medica e semintensiva del San Luca, dove sono tornati a 10 i posti letto attivati in Terapia intensiva. Contando sul fatto che all’ospedale di Rovigo restano comunque sempre attivi 16 posti in Malattie infettive, oltre a quelli di isolamento dei ricoverati per altra patologia, ma positivi: quattro in Ostetricia, altrettanti in Psichiatria, uno in Rianimazione e uno in Unità coronarica intensiva. Sostanzialmente, quindi, il quadro torna quello della riorganizzazione del 10 dicembre scorso.

CHIUDONO AREE SPECIALI
Anche l’ospedale di comunità Covid dell’ospedale di Adria ha le ore contate. Al momento restano ancora una decina di degenti, ma i 26 posti dell’ospedale di comunità Covid del San Luca sono già al momento sufficienti a ospitare gli attuali 25 degenti, che al momento sono divisi fra Adria e Trecenta. È già previsto, quindi, il ritorno alla situazione pre-emergenza anche per i posti letto dedicati dell’ospedale di comunità ordinario e all’hospice, che erano stati convertiti in accoglienza dei degenti Covid non acuti il 25 gennaio.
La riorganizzazione con il progressivo ritorno alla situazione di ordinarietà riguarda anche il Covid hospital del San Luca, che dal primo aprile 2020 è diventato il baluardo polesano della lotta al virus, rimanendo senza pazienti Covid solo dal 4 giugno al 4 settembre del 2020.
«Se l’andamento della pandemia si conferma in calo - sottolinea l’Ulss Polesana - sarà attuata, per la fine della prossima settimana, la riconversione di 10 posti letto, attualmente dedicati a pazienti Covid-19, in posti letto di area medica “pulita”. Sarà comunque cura della direzione dell’azienda dare indicazioni per rimodulare tempestivamente e progressivamente l’utilizzo dei posti letto dell’ospedale di Trecenta al fine di favorire il ritorno alle attività istituzionali ordinarie».

SOLO TRE CENTRI VACCINALI
La disattivazione graduale riguarderà anche i centri vaccinali, secondo un piano già preannunciato nell’ultima Conferenza dei sindaci. I primi due centri si fermeranno già a fine mese, uno è quello di Castelmassa, l’altro dovrebbe essere nel Delta. Ulteriori disattivazioni, poi, il 31 di marzo, fino ad arrivare a mantenere solo Rovigo, Adria e Trecenta. Si parla di disattivazioni più che di chiusure o smobilitazioni, perché il passato insegna a essere prudenti quando si tratta di futuro. Per i ritmi attuali, tuttavia, visto che già i vaccinati sono in percentuali altissime, ben al di sopra delle medie regionali e nazionali, la struttura è evidentemente sovradimensionata.
In ogni caso la ripresa a pieno regime delle attività ordinarie è un momento importante. Possibile grazie a un nuovo sforzo da parte di tutti gli operatori che da due anni vivono in un’emergenza continua e ai quali il direttore generale Patrizia Simionato rivolge il plauso: «Ringrazio con profonda gratitudine tutto il personale che ha contribuito con impegno e dedizione a supportare l’assistenza non solo nelle aree Covid. Tutti, infatti, hanno sempre mostrato disponibilità e abnegazione, pur nella difficoltà e nella stanchezza. Confido che il nostro personale ancora una volta dimostri la flessibilità, l’impegno e le capacità professionali che lo caratterizzano». 

Ultimo aggiornamento: 08:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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