Il Covid blocca i matrimoni, la filiera dei fiori d'arancio è in ginocchio

Venerdì 5 Febbraio 2021 di Alessandro Garbo
NOZZE RINVIATE L'emergenza sanitaria sta mettendo in crisi l'intero settore

ROVIGO Il Coronavirus paralizza i matrimoni. Il Dpcm non fa sconti ai novelli sposi: invitati ridotti, dispositivi di sicurezza, assembramenti vietati e maxi-multe a chi sgarra. Le coppie polesane che dovevano sposarsi nella primavera 2020 sono state costrette a rinviare: i più fortunati sono convolati a nozze a settembre, c’è chi ha atteso si ripresenterà all’altare il prossimo marzo e chi ha già programmato il giorno più bello per l’estate. Molti anche gli innamorati che hanno deciso di rinviare il “sì” a data da destinarsi. Le incertezze organizzative si ripercuotono sul settore falcidiato da una crisi che, silenziosamente, dura da un anno.
GLI OPERATORI
Atelier Ritratto Sposa di Badia ammette senza tanti giri di parole: «Le cerimonie hanno subìto una riduzione del 70%, c’è stata una lieve ripresa per chi ha avuto il coraggio di sposarsi tra settembre e ottobre, ma tante coppie non riescono ad avere informazioni sui ristoranti, pure loro incerti sul numero di invitati che possono accogliere - lamenta la titolare Alessandra Bregolin - Un altro problema è escludere le persone dalle liste. Abbiamo le nuove collezioni di abiti ferme in negozio: stiamo cercando di fare rete in tutta Italia, al Sud le perdite arrivano al 90% se confrontate con l’anno precedente. Dovevamo fare un sit-in di protesta a Roma, ma ora è caduto il Governo e non sappiamo a chi rivolgere le nostre istanze. Nell’ultimo anno abbiamo lavorato a singhiozzo, facendo ricorso a ferie arretrate da smaltire e cassa integrazione: il blocco penalizza un’intera catena, anche ristoranti, agriturismo, fiorerie, parrucchiere ed estetiste».
IL NODO INVITATI
Le regole imposte dai Dpcm costringono a scelte dolorose, come depennare dagli inviti parenti e amici. Una proposta interessante arriva da Eleonora Sturaro, titolare di Giuditta Sposi: «Test rapidi a tutti gli invitati due giorni prima delle nozze: potrebbe essere una soluzione per salvare il salvabile, altrimenti rimanere in piedi diventa complicato. Nell’ultimo anno il modo di lavorare è cambiato notevolmente, la gente non riesce a progettare il matrimonio perché manca la sicurezza». Le conseguenze emotive non vanno sottovalutate: «Le ragazze sono angosciate, qualche coppia ha addirittura rinunciato. Aiuti dallo Stato? Pochi e banali incentivi, ci sentiamo abbandonati». Giuditta Sposi ha ampliato il bacino d’utenza e oltre allo storico negozio di Taglio di Po ha puntato su Rovigo: «Siamo arrivati alla terza generazione - dice Eleonora Sturaro - abbiamo due atelier e diversi dipendenti, ma con la pandemia siamo costretti a ricorrere alla cassa e a lavorare con i turni. Abbiamo avuto un calo del 70%».
LE FIORERIE
Fiorissimi Group, un pezzo di storia a Rovigo, ha aperto i battenti nel 1976 e poi negli anni ‘90 è iniziata la graduale trasformazione, più impostata su cerimonie e i matrimoni. La flessione del settore e i lunghi rinvii del fatidico “sì” hanno inciso sull’attività di viale Amendola: «Il 95% delle coppie ha preferito rinviare la cerimonia, pochi fortunati sono riusciti a sposarsi in settembre e, in precedenza, chi aveva scelto il rito civile ha optato per il matrimonio ma con il numero ridotto di invitati - spiega Laura Andrioli - La gente si sente condizionata: come è possibile sposarsi con la mascherina, il distanziamento sociale e gli ingressi contingentati in chiesa? I clienti non fissano nuove date per i matrimoni». Avete riscontrato una diminuzione del fatturato? «Sì, ma fortunatamente non siamo legati solo ai matrimoni, siamo riusciti a lavorare abbastanza bene con gli anniversari come il 25esimo e il 50esimo». Si avvicina una ricorrenza infelice per la fioreria Il Quadrifoglio di Canaro: «Abbiamo contributo all’allestimento dell’ultimo matrimonio a febbraio 2020 - racconta Monia Toffanello - Matrimoni e feste sono bloccati, sono slittate addirittura le comunioni che incidono sul fatturato». La titolare prova a guardare il bicchiere mezzo pieno: «Siamo riusciti a “mettere una pezza” durante le festività natalizie, non ci lamentiamo troppo».
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Ultimo aggiornamento: 09:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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