Covid, un'altra giornata "nera": quattro nuove vittime e oltre mille contagiati

Venerdì 14 Gennaio 2022 di Francesco Campi
Una Terapia intensiva delle strutture ospedaliere polesane

ROVIGO - Ancora una giornata difficile, con i contagi nuovamente in quadrupla cifra e con ben quattro decessi di persone che si trovavano ricoverate fra Area medica e Terapia intensiva, fanno salire a 600 il numero complessivo dei polesani che si sono spenti da inizio epidemia e a 13 il bilancio parziale del 2022. Nonostante i quattro pazienti che si sono spenti, resta altissima la pressione sugli ospedali, con 118 ricoverati, 13 dei quali in Terapia intensiva, con due ulteriori positivi in Rianimazione a Rovigo, ma ricoverati per altra causa e trovati poi positivi, 57 in Area medica e semintensiva a Trecenta, 9 in Area medica Covid ad Adria, 9 anche in Malattie infettive all’ospedale di Rovigo, dove c’è un’ulteriore paziente positiva in Ostetricia, ricoverata sempre per altre cause, oltre ai 27 pazienti nell’ospedale di comunità Covid di Trecenta. Sono proprio i numeri dell’occupazione dei posti letto Covid il dato da tenere maggiormente sotto osservazione in queste ore, dal momento che dà il polso delle difficoltà che deve fronteggiare il sistema sanitario a fronte di numeri del contagio che ormai sembrano davvero fuori controllo.

NUOVI CASI

Nel bollettino dell’Ulss Polesana, ieri nuovamente diramato nel segno della continuità nella trasparenza, non si riporta, però, il dato complessivo dei nuovi contagi di giornata, ma nel bollettino regionale, dalle 8 di mercoledì alle 8 di ieri, se ne indicano 1.069, quindi un numero inferiore ai 1.240 di mercoledì che resta il valore più alto mai toccato. Che le nuove positività emerse in Polesine in questi ultimi giorni siano un numero esorbitante si evince anche dal report settimanale della Fondazione Gimbe, che riporta come fra 5 e 11 gennaio, Rovigo sia la provincia veneta con la maggiore incidenza di nuovi casi per 100mila abitanti, 2.483, seguita da Verona con 2.390, Vicenza con 2.133, Treviso con 2.082, Padova con 1.992, Venezia con 1.877 e Belluno con 1.758. Il dato aggiornato a ieri, tuttavia, è ancora più cupo, visto che il numero di casi settimanali dal 7 al 13 è salito a 2.599 casi ogni 100mila abitanti. In questo momento, se gli isolati sono a quota 4.807, le persone attualmente positive sono 10.134. Per capire il significato di questo numero, basti pensare che complessivamente, dall’inizio dell’epidemia, il numero di 10.134 positività totali, quindi come somma di tutte le positività giornaliere, è stato raggiunto il 12 febbraio scorso, quindi dopo il primo anno di pandemia, dopo la prima ondata e soprattutto dopo la seconda, violentissima, fra dicembre e gennaio, che ha fatto ben 278 vittime. I decessi, almeno, in questo momento sono in misura decisamente minore nonostante l’esplosione del contagio e questo va addebitato, oltre che a una minore aggressività della variante Omicron, anche e soprattutto alla protezione offerta dalla vaccinazione.

VACCINAZIONI

Proprio sul fronte vaccinale il Polesine continua la propria marcia a un ritmo superiore in proporzione a quello delle altre province venete e anche della stessa media nazionale, con la copertura con almeno una dose dell’87% della popolazione vaccinabile, che salirà a 88% sulla base delle prenotazioni fino al mese prossimo, e al 26% dei bambini fra i 5 e gli 11 anni, rispetto al 19,4% nazionale e al 21,3% regionale. Intanto, domani dovrebbe essere superato il mezzo milione di dosi complessivamente somministrate in Provincia, con le terze dosi arrivate a quota 110.534, pari all’80,2% della platea potenziale.
«Sulle vaccinazioni - ha sottolineato mercoledì in conferenza stampa il direttore generale dell’Ulss Patrizia Simionato - stiamo rispettando il target indicato dalla Regione, seppur con difficoltà perché si tratta sempre di un’attività straordinaria aggiuntiva che stiamo eseguendo con la massima celerità e con uno sforzo significativo».
 

Ultimo aggiornamento: 07:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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