ROVIGO
"La vaccinazione pediatrica è necessaria, c’è poco altro da dire. Anche poco fa abbiamo fatto una diagnosi di positività a un lattante di pochi mesi». A dirlo, ieri nella conferenza stampa di aggiornamento sul Covid, il primario di Pediatria Simone Rugolotto. E se il piccolo in questione, che ha avuto il responso di positività alle 12.15, è stato comunque rimandato a casa perché non aveva sintomatologia significativa, da domani si dischiuderanno anche per i bambini fra i 5 e gli 11 anni le porte della campagna vaccinale.
FIOCCANO LE PRENOTAZIONI
Da lunedì pomeriggio sono già state aperte le prenotazioni e come spiegato dal direttore generale dell’Ulss Polesana Patrizia Simionato, ieri mattina, «alle 11 i prenotati erano già 645, una prima discreta risposta. Iniziamo con 21520 posti disponibili fino al 5 gennaio, perché sono in arrivo
MILIONI DI DOSI
A cercare di dissipare eventuali diffidenze di qualche genitore, il dottor Rugolotto ha evidenziato come «la platea di bambini da vaccinare in Italia è di circa tre milioni e mezzo, più o meno quanti ne sono già stati vaccinati negli Stati Uniti senza che venissero riscontrate complicanze e problemi. È un vaccino sicuro ed efficace. Ed è importante. La vaccinazione pediatrica è necessaria perché il virus, che è sempre lo stesso e non ha cambiato abitudini come ho sentito dire, aggredisce dove riesce a trovare uno sbocco, quindi nella fetta di popolazione sprovvista di copertura vaccinale e la platea pediatrica è una di questa. È per questo che l’età media dei contagi si è ulteriormente abbassata. E al di là di quelle che possono essere le conseguenze cliniche del contagio per i bambini, bisogna valutare anche quello che comporta per loro la positività, la quarantena, i tamponi, nonché per tutte le persone del loro nucleo familiare e per i compagni di scuola e le rispettive famiglie. Abbiamo la possibilità per evitare o comunque ridurre tutto questo, dobbiamo vaccinarci tutti. Vi siete mai chiesti perché l’influenza ha cicli annuali? Perché metà della popolazione si vaccina, l’altra metà si ammala e il virus influenzale non trova così più strade di trasmissione».
A conferma di come il virus stia picchiando duro anche fra i bambini, sono sempre oltre una cinquantina, ha sottolineato Simionato, le classi che in questo momento si trovano in isolamento per uno o più casi. E c’è chi, come i bambini di una scuola elementare di Rovigo