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Palestre e circoli a terra: «Soldi spesi e zero incassi. Settore in ginocchio»

Nordest > Rovigo
Domenica 17 Gennaio 2021 di Nicola Astolfi
palestra Cross fitt a Rovigo prima della crisi covid

LA CRISI - «La situazione delle palestre è un dramma quotidiano». Non servono altre parole per raccontare come questo comparto stia vivendo l’ennesimo stop alla ripresa dell’attività, dettato dal nuovo Dpcm anti-Covid che prevede per palestre e piscine, così come per i cinema, la chiusura fino al prossimo 5 marzo. «Dai ristori qualcosa è arrivato - spiega Gabriele Guglielmo di Crossfit Rovigo - ma si tratta di briciole rispetto a quello che era il flusso d’attività in condizioni di normalità. Siamo tutti in difficoltà: tutto il comparto dello sport è in ginocchio».
Dopo un trimestre di stop la scorsa primavera, e la seconda sospensione di tre mesi in seguito al Dpcm del 25 ottobre, anche se il 2020 si è concluso, sembra non debba concludersi l’anno terribile per lo sport, che ha fermato palestre e piscine. Il secondo trimestre di fermo sarebbe dovuto finire il 25 gennaio, ma la stretta continua in Italia davanti al quadro dei contagi. «Prospettive al momento non ce ne sono e la data del 5 marzo - continua Guglielmo - è puramente indicativa, dipende da come sarà la situazione della pandemia in quel momento. In queste condizioni è insensato fare pronostici» e così non ci sono basi solide per programmare una ripartenza.
AMAREZZA
Il prezzo pagato dal comparto delle palestre con le politiche adottate per contrastare e contenere la diffusione del coronavirus è elevato: non solo in termini di minori incassi, ma anche di mancati ritorni dagli investimenti affrontati per assicurare a clienti e soci lo svolgimento delle attività indoor. «Abbiamo seguito le norme anticontagio - rileva Guglielmo - contando di riportare in palestra gli utenti e in tutta Italia non mi risultano grossi focolai di coronavirus dalle palestre: abbiamo dimostrato che il problema non eravamo noi palestre, ma ci hanno tenuti chiusi lo stesso».
Se i dati sull’aumento dei contagi da coronavirus non mostrano grandi responsabilità dalle palestre, il comparto continua tuttavia a pagare un conto salatissimo. «Forse siamo i più sacrificabili», è l’amaro commento di Guglielmo, che conclude: «Tra i clienti c’è chi ci dimostra la propria solidarietà, chi avrebbe voglia di tornare presto a svolgere l’attività in palestra, e chi ha timore solo perché convive in famiglia con soggetti a rischio. Una vera ripartenza non ci potrà essere senza risultati soddisfacenti dalla campagna vaccinale, e quindi è realistico pensare che le riaperture potranno essere, forse, verso giugno».
SOLO AGONISMO
Poco diversa è la situazione per i centri sportivi, dove è consentita l’attività per atleti agonisti, ma con il divieto all’utilizzo degli spogliatoi interni a centri e circoli, pubblici e privati. «Sotto i campi coperti possono giocare solo gli agonisti. Per chi non lo è, resta solo la possibilità di fare attività all’aperto, e c’è qualche temerario che sfida i rigori dell’inverno pur di giocare a tennis», racconta Gianluca Nardi, maestro nazionale della Federazione italiana tennis. Socio del circolo Noway, Nardi è istruttore da diversi anni nella scuola tennis al Centro Don Bosco: segue il settore giovanile e gli adulti, e collabora inoltre alla preparazione degli agonisti Under e adulti. «Il Dpcm restringe l’attività a casi limitati. Seguiamo alla lettera i dispositivi della normativa e così facciamo il nostro, cercando che sia d’aiuto a migliorare la situazione. Per il 2021 non ci sono grandi aspettative sulla ripresa dell’attività sportiva: almeno davanti alla situazione attuale, c’è da pensare che sarà un anno in gran parte come il 2020 e si spera solo che la campagna vaccinale possa riportare la situazione alla “normalità”. Finché non ci sarà la copertura vaccinale necessaria, ci saranno sempre delle limitazioni».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: 10:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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