Coronavirus, istruttore sub bloccato in Messico nel paradiso delle immersioni

Domenica 3 Maggio 2020 di Federico Rossi
Coronavirus, istruttore sub bloccato in Messico nel paradiso delle immersioni
BADIA POLESINE - Sono tantissimi gli italiani bloccati all'estero che non riescono a ritornare a casa a causa della pandemia. Da quando l'emergenza Coronavirus ha colpito in tutto il mondo, molti nostri connazionali hanno tentato di tornare in patria, facendo però i conti con notevoli difficoltà. Tra questi c'è il badiese Luca Blhacine, 42enne istruttore di apnea che da alcuni mesi si trova in Messico, nella suggestiva località di Bacalar, situata nello stato di Quintana Roo. «Lavoravo e mi allenavo in un luogo meraviglioso, il Cenote Azul - spiega Luca ma da circa un mese ho dovuto fermare la mia attività a causa dell'emergenza Covid-19. Anche in Messico da alcuni giorni sono state prese delle misure per contenere il rischio contagio. Sto trascorrendo le giornate in casa come tutti: sono in un appartamento e se non altro il costo della vita in questo Paese è inferiore rispetto ad altre nazioni».
Il problema è però quello degli italiani sparsi nel mondo che cercano di rientrare in patria e sfuggire all'incertezza del momento in un Paese straniero, ma sono sospesi in una sorta di limbo tra voli cancellati, telefonate e mail. «Mi è scaduto il permesso di soggiorno - racconta il badiese - dovevo lasciare il Messico il 28 marzo e non si poteva pensare che due giorni prima, il 26, avrebbero cancellato il volo. Ho avuto contatti con l'ambasciata, ma senza esito e quindi attualmente non riesco ad uscire dal Paese. Nel frattempo mi è scaduta l'assicurazione sanitaria, dovrei rientrare in Europa per rinnovarla ma se non riesco a tornare in Italia come posso fare?».
L'APPELLO AL GOVERNO
Per far fronte comune con altri italiani che stanno vivendo una situazione analoga, chi in Sud America, chi in altre parti del globo, il polesano si è unito alla schiera di connazionali che stanno provando ad alzare la voce, anche attraverso i canali social ed iniziative di protesta per sollecitare una soluzione. Luca, che prima dell'esperienza messicana aveva già vissuto diversi anni all'estero, è infatti tra i primi firmatari di un appello internazionale di persone che invocano l'utilizzo di fondi europei per il rimpatrio. «Da alcuni giorni coloro che si trovano in questa situazione stanno provando a farsi sentire aggiunge Blhacine. Chiediamo al ministro degli Esteri Luigi Di Maio di sfruttare i fondi europei per consentirci di tornare a casa in sicurezza. Nelle ultime ore anche le tivù e la stampa si sono interessati al nostro caso, per cui speriamo che qualcosa si muova». 
Il badiese assieme ad altri italiani chiede l'organizzazione di voli per il rientro di coloro che sono bloccati all'estero dalla pandemia. Intanto la vita per il sub trascorre in attesa di buone notizie. «Sento i miei familiari tutti i giorni. Ovviamente anche loro sono in apprensione e speriamo che la situazione si sblocchi il prima possibile».
 
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