Altri quattro casi di infezione, ma i contagi sono avvenuti fuori del Polesine

Mercoledì 11 Marzo 2020 di Francesco Campi
Il laboratorio analisi dell'Ulss 5 Rovigo per il coronavirus
ROVIGO Quattro casi nuovi in un giorno, con il numero dei contagiati polesani da Covid-19 che passa da 7 a 11. Un incremento del 57% che rientra in quelle che erano sostanzialmente le previsioni di avvicinamento al picco massimo. Tanto più che, come sottolinea il direttore dell’Ulss 5 Polesana Antonio Compostella, «si tratta di contagi tutti legati a contatti avvenuti al di fuori della nostra provincia e questo porta a ribadire che non siamo in presenza di un focolaio polesano. A oggi, fra l’altro, la nostra provincia resta quella con il minor numero di contagi in Veneto».

RELIGIOSI CONTAGIATI
Due dei nuovi pazienti positivi sono due frati del convento di Lendinara, uno di 40 anni e uno di 75 anni. I due hanno partecipato ad un evento religioso che si è tenuto a Camposampiero, in provincia di Padova, che ospita i Santuari Antoniani. L’informazione sul possibile rischio contagio è stata proprio trasmessa dall’Ulss 6 Euganea che ha verificato un caso di positività fra uno dei partecipanti alla stessa cerimonia. Positiva, poi, una 62enne di Ficarolo, che lavora nel Mantovano e che risulterebbe aver avuto un contatto con una persona contagiata di Bologna. Il quarto paziente è un 65enne residente a Rovigo, il secondo paziente del capoluogo, che tuttavia per lavoro gravita nei territorio di Emilia-Romagna e Marche e che si ritiene, proprio per questo, sia stato contagiato in quelle zone. «Ha manifestato sintomi e ci ha contattato, seguendo tutto il percorso previsto», sottolinea Compostella, che focalizza l’attenzione anche sulle età dei nuovi casi: «Fino ad alcuni giorni fa era diffusa l’idea che questo virus colpisse solo anziani, ma non è così».

I NUMERI
Il quadro complessivo, aggiornato alle 17 di ieri, secondo il bollettino diffuso dalla dottoressa Margherita Bellè, responsabile del Servizio igiene e sanità pubblica: i tamponi eseguiti in Polesine, dal 20 febbraio, quando tutto è iniziato anche qui, di “rimbalzo” rispetto al primo focolaio veneto di Vo’-Schiavonia, sono stati 165. Di questi, 117 sono risultati negativi. Per uno, invece, si attende ancora l’esito. La buona notizia è che sono risultati negativi anche i tamponi eseguiti al personale sanitario venuto in contatto con la 70enne di Adria che si era presentata al pronto soccorso. In tutta l’Ulss 5, compresi anche gli operatori che sono invece venuti a contatto con l’82enne di Rovigo, si tratta di 52 persone: 4 medici di Adria, 4 medici di Rovigo, un medico del Distretto, 7 infermieri di Rovigo, 9 di Adria, 6 Oss di Rovigo, 10 di Adria, 6 fra tecnici e tirocinanti di Rovigo e 5 di Adria.
«Una notizia particolarmente importante – rimarca Compostella – Sono contento innanzitutto per loro, ma anche per l’azienda e per la nostra operatività, perché significa che i nostri ambienti sono sicuri». Ieri la Direzione regionale Prevenzione ha comunicato il richiamo in servizio di tutti gli operatori sanitari asintomatici, posti finora in isolamento, comunicando che la sospensione per i dipendenti avverrà solo se sintomatici o con tampone positivo. Sono 11 invece i pazienti risultati contagiati dal virus. Tuttavia, oltre la metà, ovvero sei persone, sono già state dimesse e si trovano in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva. Non appaiono più malati, ma per parlare di guarigione in senso clinico, bisognerà aspettare l’esito del nuovo tampone cui verranno nuovamente sottoposti al termine di una finestra di 14 giorni dalla scomparsa dei sintomi. Fra di loro, anche il “paziente 1 polesano”, il cinquantenne di Adria che sarebbe stato contagiato durante una cena a Saonara, il 20 febbraio, con il suo datore di lavoro di Vo’ e che, due giorni dopo, quando ancora era asintomatico e non era emersa la positività dell’altra persona, si sarebbe incontrato, ad un’altra cena, con due amici, uno sempre residente ad Adria e l’altro a Corbola, risultati a loro volta contagiati ed attualmente ancora ricoverati a Rovigo. Insieme a a loro, altre tre persone. «Un paziente – spiega Compostella - è ricoverato in Terapia Intensiva, e non è il più anziano, ma le sue condizioni stanno migliorando, quattro sono invece ricoverati in Malattie Infettive e, anche per loro, si assiste a un miglioramento». I pazienti in isolamento domiciliare precauzionale risultano invece 165. Un numero destinato a crescere per i contatti dei nuovi casi.
Ultimo aggiornamento: 13:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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