L'ospedale di Trecenta diventa "hub" provinciale: 4 nuovi casi, 359 "isolati"

Lunedì 16 Marzo 2020 di Francesco Campi
L'ospedale di Trecenta diventa "hub" per l'emergenza Coronavirus
ROVIGO - Altri quattro casi in un giorno, con il totale dei contagiati polesani da Covid-19 che arriva a 27. Le nuove positività, riscontrate dai test in tre donne e un uomo, sembrerebbero ancora risalire a catene di contagio che portano fuori provincia, ma a preoccupare al momento sembra essere soprattutto il fatto che due delle persone lavorino una nella Casa Sacra Famiglia di Fratta e l’altra alla Cargill, una delle più grandi aziende presenti in Polesine. In un altro caso, poi, quello di un 54enne residente nel Medio Polesine, che, per motivi di lavoro ha gravitato in provincia di Treviso, l’Ulss è stata contattata solo venerdì, anche se era da qualche giorno che i sintomi erano comparsi. Tanto che da martedì si era messo in auto-isolamento. Prima, però, aveva avuto diversi contatti con altre persone. Tutte già individuate e poste in isolamento domiciliare, spiega l’Ulss 5, che precisa come l’uomo si trovi in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte del Servizio Igiene e sanità pubblica.
CASO EMBLEMATICO
«Questo caso – rimarca il direttore generale dell’Ulss Antonio Compostella - è emblematico dal punto di vista del comportamento: una lunga attesa prima di contattare le strutture sanitarie, continuando i contatti sociali nonostante la presenza di sintomatologia. Ribadisco l’importanza del senso di responsabilità di ognuno, che si traduce nel rispetto delle precauzioni e anche nella tempestività con la quale si contattano il proprio medico di medicina generale o l’Ulss in caso di comparsa di sintomatologia. Risulta sempre più fondamentale, in questa fase di aumento della complessità dell’infezione da Coronavirus, individuare tutti i possibili contatti con i casi positivi e nel porli in isolamento». Anche la dipendente Cargill, una 50enne di Castelmassa, che si trovava in montagna, era tornata a casa perché non si sentiva bene e si era messa in isolamento volontario insieme ai propri familiari. Anche lei ha contattato l’Ulss venerdì ed eseguito il tampone che ha poi dato esito positivo e si trova ora ricoverata nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Rovigo, anche se in condizioni definite “non gravi”. I contatti che ha avuto nei giorni precedenti alla comparsa di sintomatologia, spiega l’Ulss, sono stati ricostruiti, le persone sono state poste in isolamento, familiari e colleghi di lavoro compresi.
CASA DI CURA
La dipendente della casa di cura di Fratta, invece, una 57enne che vive in un comune vicino, dopo la comparsa della febbre, ha subito contattato l’Ulss. Attualmente si trova in isolamento domiciliare insieme ai suoi familiari. «Tutte le persone con le quali è venuta in contatto all’interno del centro servizi sono state poste in isolamento nella struttura stessa e saranno sottoposte a tampone sul posto», precisa l’Ulss. Il quarto paziente positivo, invece, è una 60enne di Rovigo, che dopo una settimana di febbre, curata a casa, è stata ricoverata nel reparto di Pneumologia venerdì scorso, venendo poi sottoposta al tampone. Anche in questo caso sono state individuate le persone con le quali è venuta a contatto prima della comparsa della sintomatologia, sia sul lavoro che nella vita privata, e sono stati tutti posti in isolamento domiciliare.
PAZIENTI IN QUARANTENA
A ieri il totale degli “isolati” è arrivato a 359, ma il numero è destinato a crescere, così come quello dei tamponi , arrivati a 193. Dei 27 pazienti positivi, 8 sono ricoverati. «Pur rimanendo la Provincia di Rovigo il territorio veneto con il minor numero di casi positivi, si può notare come negli ultimi giorni la casistica sia divenuta più complessa», evidenzia Compostella.
STRUTTURE OSPEDALIERE
Intanto è stato elaborato il piano ospedaliero regionale per fronteggiare l’emergenza. In Polesine, posti letto aggiuntivi, ben 100 di Malattie infettive, 25 di Terapia intensiva, 20 di Pneumologia semintensiva, per un totale di 146 in più, saranno tutti concentrati a Trecenta in aggiunta ai 4 posti attuali di Terapia intensiva. Un posto aggiuntivo di Terapia intensiva sarà realizzato anche ad Adria. «Il piano scatterà qualora l’infezione da Coronavirus porti all’esaurimento di tutti i posti letto disponibili. In Polesine, l’ospedale individuato come centro dell’emergenza Covid 19 è quello di Trecenta, che già utilizziamo per la gestione dei pazienti positivi che hanno bisogno di assistenza rianimatoria. In caso di emergenza, anche le altre attività del San Luca verrebbero rimodulate. Siamo nella fase cruciale sia per quanto riguarda il propagarsi dell’infezione, come pure per quanto riguarda l’impegno sanitario. E’ fondamentale la collaborazione di tutti, a partire dalla regola di rimanere a casa».
Ultimo aggiornamento: 11:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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