Ospedale per i guariti al San Luca: struttura dedicata per i "senza più sintomi"

Lunedì 13 Aprile 2020 di Alberto Bacchin
Ospedale per i guariti al San Luca: struttura dedicata per i "senza più sintomi"
ROVIGO - Altri tre decessi per Coronavirus e sei nuovi contagi riscontrati attraverso i tamponi, tra cui sono anche quattro operatrici sociosanitarie. Non usa mezzi termini il direttore generale dell'Ulss 5 Polesana Antonio Compostella, nel definire molto pesante il consueto bollettino giornaliero di ieri mattina. Non c'è alcuna controtendenza rispetto ai dati regionali e nazionali, che infatti mostrano un andamento costante e molto incoraggiante, ma il numero delle morti da Covid-19 tra le sponde del Po e dell'Adige continua a salire.

LE VITTIME
Sono 17 i decessi ufficiali dall'inizio, poco più di un mese fa, dell'emergenza sanitaria e il numero uno della sanità polesana non prova alcun piacere nel comunicare che «è il dato più basso di tutto il Veneto in rapporto con il numero di contagiati». Gli ultimi tre che hanno dovuto arrendersi al virus sono una donna di 95 anni e due uomini, uno di 97 anni e l'altro di 68 anni. La prima ad andarsene è stata la rodigina Assunta Bertotti, deceduta venerdì pomeriggio. Era stata ricoverata in malattie infettive il 22 marzo, poi ha avuto un percorso di ricovero che l'aveva portata fino all'area Covid di Trecenta, da dove non è più uscita. «Aveva una serie di patologie sovrapposte, ma rimane il dispiacere di questo epilogo», ha commentato il direttore dell'Ulss 5 Compostella. Qualche ora dopo la stessa tragica sorte è toccata a Giuseppe Zanirato, 95enne di Adria, ex meccanico, ricoverato in Geriatria il 13 marzo. Il 2 aprile, però, era stato dimesso dopo ben due tamponi consecutivi risultati negativi, tant'è che tutto lasciava presupporre che l'anziano fosse riuscito a sconfiggere il virus. Purtroppo, il 7 aprile ha ripresentato una sintomatologia febbrile assimilabile al Coronavirus, è stato ricoverato a Trecenta ma sabato notte non c'è stato nulla da fare. La terza vittima del virus è Luigi Tenan, di Villadose, ex vigile del fuoco, che era entrato nel reparto di malattie infettive il 24 marzo. La permanenza in quel reparto è durata poco, perché è stato poi trasportato all'ospedale di Trecenta.

I NUOVI CASI
Per quanto riguarda i nuovi contagi risultati positivi al test del tampone, Compostella ha spiegato che ci sono quattro casi positivi in più rispetto a venerdì. Una donna del 1969, di Rovigo, operatrice socio-sanitario in Geriatria: è in isolamento domiciliare. Stesso discorso per una collega di reparto, anche lei Oss, classe 1972, del Medio Polesine. A loro si aggiungono altre due colleghe, che però risiedono fuori provincia e che quindi saranno tenute in isolamento domiciliare dalle rispettive aziende sanitarie di competenza. Tornando ai casi polesani, gli altri due sono una donna altopolesana di 95 anni, che ha contratto il virus da un contatto con un altro positivo, ricoverata in malattie infettive. L'ultimo, infine, è un uomo del 1961, che lavora in provincia di Padova.

SVUOTATA GERIATRIA
Desta preoccupazione invece la situazione del reparto di geriatria e lungodegenza di Rovigo, ormai individuato come focolaio del Coronavirus. Il dg Compostella ieri ha rimarcato che «sin dall'inizio ci si è attivati per porre in isolamento i degenti, siamo intervenuti con le manovre e le azioni di isolamento, eseguendo il test su tutti i degenti e gli operatori. Probabilmente avremo altri casi tra i tamponi di cui attendiamo ancora l'esito». Per quanto riguarda gli ospiti del reparto, a oggi «i degenti che sono al momento negativi sono stati posti in isolamento, uno per stanza al settimo piano, periodicamente sottoposti a test, e sono trattati con le stesse misure di sicurezza di chi è positivo. I degenti che sono invece risultati positivi vengono trasferiti mano a mano a Trecenta, in maniera di arrivare ad evacuare la geriatria, che adesso è vuoto, per la sanificazione». Proprio a Trecenta, in quella parte del San Luca dove era stato attivato l'ospedale di comunità, verranno sistemati quei pazienti che pur risultando ancora positivi non manifestano più sintomi: rispedirli a casa potrebbe risultare rischioso per i familiari, mentre in un ambiente protetto, pur con assistenza ridotta, il rischio di contagio sarebbe di fatto nullo.

RESIDENZE PER ANZIANI
Compostella è tornato sulla questione delle case di riposo, dove sono 44 i casi riscontrati tra ospiti e operatori, precisando che a ieri sono stati eseguiti in tutto ben 2.100 test rapidi, cui seguiranno per alcuni anche i tamponi. È invece risultato negativo al un secondo test il caso di contagio rivelato nei giorni scorsi dal presidente del Csa di Adria Simone Mori. 
Ultimo aggiornamento: 15:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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