Mascherine prodotte in garage, scoperto un laboratorio abusivo cinese

Lunedì 6 Aprile 2020 di Francesco Campi
Il laboratorio abusivo dove si producevano mascherine
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ROVIGO Un fine settimana particolarmente “tosto” dal punto di vista dei controlli, perché sono sempre di più le persone che piegate da una “clausura” sempre più lunga ed estenuante, decidono di forzare la mano e di violare i divieti. Da chi va a prendere il sole nel parco, in barba all’esplicita proibizione, alla coppia di innamorati che non resistono alla lontananza e si incontrano alla chetichella, con il fidanzato che arriva addirittura da Modena, ma ci sono anche ditte pizzicate a eseguire abusivamente manutenzione di verde privato o addirittura, a fabbricare mascherine senza alcuna autorizzazione.

LA SCOPERTA
L’attività in questione è stata scoperta dalle pattuglie della Squadra Volanti della Questura proprio durante i controlli specifici, attorno alle 17 di sabato, in una zona vicina al centro di Rovigo, gettando lo sguardo all’interno di un garage con la porta socchiusa, all’interno del quale qualcuno stava inequivocabilmente lavorando. I poliziotti hanno così chiamato le persone che erano all’interno, poi risultate essere quattro adulti e un bambino in tenera età, tutti di nazionalità cinese, che stavano producendo mascherine in tessuto, apparentemente simili a quelle di tipo chirurgico, non fermandosi nemmeno durante le operazioni di controllo, quando è emerso che si trattava di una ditta vera e propria, ma che oltre al titolare e a un dipendente, le altre persone, intente a lavorare, pur regolari in Italia non avevano un regolare contratto di lavoro e addirittura risultavano residenti in un’altra regione.

CHIAMATA LA FINANZA
È quindi scattato un controllo più approfondito, con il supporto di una pattuglia della Guardia di finanza nel laboratorio, giudicato un ambiente insalubre, in condizioni igieniche precarie, con scarsissima luminosità, senza alcuna uscita di emergenza e nessun servizio igienico. Inoltre, non era in alcun modo rispettato il distanziamento obbligatorio fra i lavoratori. Il codice Ateco della ditta tessile non rientrava fra quelli autorizzata, ma nonostante questo, senza alcuna richiesta di deroga, né senza aver chiesto le necessarie autorizzazioni per la produzione di mascherine, continuava la propria l’attività. Così, oltre alla sanzione da 400 a tremila euro elevata a ognuna delle persone presenti, per il mancato rispetto delle misure per evitare la diffusione del Covid-19, per il titolare la sanzione è stata doppia e c’è stata anche la diffida a interrompere l’attività e la segnalazione al prefetto per gli ulteriori provvedimenti del caso. Le mascherine non sono state sequestrate in quanto comunque non direttamente destinate alla vendita, ma semilavorati destinati ad altre realtà.

LE SANZIONI
In totale, la polizia di Stato sabato ha sanzionato una decina di persone.

Ben 19, invece, le persone che sono state multate dai carabinieri delle varie Stazioni delle tre Compagnie polesane. Cinque, invece, quelle trovate a muoversi senza giustificati motivi dalla polizia locale di Rovigo, due a piedi, due in bicicletta e una in macchina, quindi con sanzione maggiorata. Solo ieri mattina, invece, sono stati oltre il doppio nel giro di poche ore, fra i quali anche persone che si erano inoltrate nella campagna, di proprietà di un privato, che si apre in fondo a via Calatafimi, in Commenda, portandosi dietro il cane, ma non rimanendo nei pressi della propria abitazione, com’è invece indicato. Sabato è stata sanzionata anche una ditta che effettuava manutenzione del verde, attività, che si precisa da parte del Comune, è consentita solo per interventi urgenti finalizzati alla prevenzione di danni all’incolumità personale, o se effettuata “in proprio”, a livello non lavorativo, dai proprietari all’interno dei propri giardini.

Ultimo aggiornamento: 07:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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