Coronavirus a Rovigo. L'incubo è finito: in 57 adesso possono uscire dalla quarantena

Domenica 1 Marzo 2020 di Roberta Paulon
La tenda allestita nei pressi del Pronto soccorso cittadino
Coronavirus Rovigo. Il caso di Codiv-19 registrato ad Adria è stato isolato. Il paziente di 50 anni polesano, ricoverato venerdì all’ospedale di Rovigo e risultato positivo al test per il coronavirus, è in buone condizioni, anche se rimane ricoverato nel reparto di Malattie Infettive. I sintomi sono stabili: persistono la tosse e la febbre, ma non è alta. La famiglia del 50enne adriese, asintomatica, è in isolamento a casa propria. In assenza di sintomatologia si è ritenuto che non ci fosse necessità di un ricovero. È stata indagata l’epidemiologia, cioè il fattore di rischio derivante dall’esposizione alle zone focolaio: i contatti che l’uomo ha avuto negli otto giorni precedenti la comparsa dei sintomi sono stati analizzati per stabilire eventuali misure per mettere in osservazione o sottoporre al test del tampone la sua “rete sociale”. Non sono emersi ulteriori spostamenti dell’uomo che possano aver esposto in modo significativo a contagio altre persone, perciò i medici dell’ospedale di Rovigo ritengono che non ci sia un focolaio polesano e che il caso sia stato preso in tempo prima che potesse diffondersi il virus.

QUARANTENA FINITA
Oltre a ciò, oggi escono dalla sorveglianza attiva dell’Ulss ben 57 persone sulle 183 complessive. Persone che pur essendo state esposte a rischio, hanno superato il periodo di incubazione senza risultare infettate. Una buona notizia che ben si lega ai dati dei contagi nel territorio dell’Ulss 5: nettamente in calo i nuovi ingressi in quarantena. Dati che suggeriscono che la diffusione del virus in provincia di Rovigo sembra sotto controllo. L’ottima notizia, commenta l’azienda sanitaria del Polesine attraverso una nota stampa, è che il numero dei nuovi ingressi in sorveglianza è crollato, segnale che sono stati intercettati dall’Ulss 5 tutti i cittadini che avevano il criterio epidemiologico. Ovvero, a parere dell’Ulss sono stati rintracciati e sottoposti ai protocolli d’emergenza previsti tutti i cittadini che hanno avuto contatti con persone risultate positive o che siano state nelle zone considerate focolaio: Cina, Vo’ Euganeo e Mira, nonché Codogno in Lombardia.

I NUMERI
I dati aggiornati a ieri sono questi: 183 persone in stato di sorveglianza attiva in isolamento domiciliare, cioè in quarantena, 26 persone ricoverate con sintomatologia sospetta con relativi 26 tamponi eseguiti e un solo caso positivo. L’azienda sanitaria tira un sospiro di sollievo, anche vista la prossima riapertura dell’ospedale di Schiavonia che potrà riprendere l’attività e dare sollievo ai reparti rodigini che hanno dovuto farsi carico di una percentuale di pazienti della Bassa Padovana.

Non è il momento di abbassare la guardia, però, suggerisce l’Ulss 5. Infatti il quadro nel resto del Veneto non è altrettanto roseo. Sono 191 le persone che risultano contagiate, 40 in più rispetto a giovedì scorso. Di queste, 109 sono pazienti asintomatici, 35 quelli attualmente ricoverati, e undici i malati in terapia intensiva. Sei sono i pazienti dimessi dagli ospedali e posti in isolamento fiduciario. Il cluster che ha registrato il maggior aumento, 13 casi, è Treviso. Restano valide le indicazioni già fornite dall’Ulss: il lavaggio frequente delle mani, la distanza di sicurezza di almeno un metro dalle persone che presentano sintomi e tutte le norme di buona salvaguardia della salute diffuse ampiamente a livello nazionale.
Ultimo aggiornamento: 12:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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