Emergenza Coronavirus, positiva una bambina di appena due anni

Martedì 31 Marzo 2020 di Francesco Campi
Febbre
ROVIGO - Otto nuove positività accertate fra i residenti in Polesine, fra questi un'altra infermiera e anche una bambina di nemmeno due anni. Nell'altalena dei numeri dei nuovi casi, la giornata di ieri ne ha registrati un numero più consistente rispetto ai giorni precedenti, ma il direttore dell'Ulss 5, Antonio Compostella, conferma «che la curva in Veneto e in Polesine ha rallentato la propria ascesa, segno che le misure hanno dato frutti, anche se non bisogna allentare l'attenzione e abbassare la guardia perché restiamo in una situazione di massima allerta».
Si tratta, infatti, di tamponi effettuati nei giorni scorsi e l'andamento, spiega, è sostanzialmente lo stesso, perché l'oscillazione è dovuta anche ai tempi tecnici del laboratorio di Padova, dove vengono inviati tutti i tamponi da analizzare, visto che per ora il laboratorio di Trecenta si è fermato per la penuria dei reagenti necessari.
I NUOVI CASI
Per quanto riguarda la bambina, Compostella chiarisce come la piccola, che «è del 2018, ma non ha ancora computo 2 anni, sta bene ed è in isolamento domiciliare. Ha una sintomatologia febbrile. Non c'è stato un contatto con un caso positivo nel nucleo familiare, ma con una persona transitata per la famiglia. Come il caso dell'altro bambino di 3 anni, è la dimostrazione che anche l'età pediatrica che si riteneva non a rischio, può essere interessata».
L'infermiera, 48enne, è il quinto caso di positività registrato nell'ospedale di Rovigo, dove il contagio è stato accertato anche in otto pazienti dell'area chirurgica, in particolare in Urologia e Chirurgia vascolare, tanto che la donna, proprio per i contatti con i pazienti di Urologia, era in isolamento già dal 26 marzo. In tutto gli operatori dell'Ulss positivi sono sei, con il caso di Trecenta. Gli altri sei contagi emersi ieri sono quello di un 35enne mediopolesano che è venuto a contatto con una persona positiva e che era in isolamento domiciliare dal 24 marzo, di una 52enne di Rovigo, residente fuori provincia, venuta a contatto in ambito familiare con una persona positiva, di un 29enne mediopolesano che ha avuto un contatto con una persona positiva a una cena, di una 69enne sempre del Medio Polesine che lavora in una struttura sanitaria in provincia di Verona, così come opera in un ospedale veronese una 47enne mediopolesana, che ha eseguito il tampone sul posto di lavoro, e di una 73enne altopolesana che è rientrata da un viaggio all'estero e che ha presentato sintomi venendo ricoverata domenica in Malattie infettive e venendo sottoposta subito al tampone. Solo quest'ultima è stata ospedalizzata, gli altri sette sono tutti in isolamento domiciliare. In totale i ricoverati sono 37: 13 in Pneumologia e Terapia semintensiva al settimo piano dell'ospedale di Rovigo, due in Malattie infettive, 13 nell'Area Covid di Trecenta e nove nella Terapia intensiva sempre a Trecenta.
La riorganizzazione del San Luca come polo Covid dovrebbe completarsi domani. Sempre nelle prossime ore entrerà in funzione la nuova struttura in allestimento davanti al Pronto soccorso, che andrà a sostituire la tenda triage, di prima registrazione dei pazienti in sicurezza, grazie all'opera di Protezione civile, Croce rossa e Croce verde, ai quali è andato il ringraziamento di Compostella. Intanto, mentre va avanti l'esecuzione dei tamponi ai casi sospetti, 30-40 casi al giorno ha spiegato Compostella, prosegue anche l'attività di screening, con i tempi dettati dalla capacità di analisi dei tamponi, anche perché «laboratori privati ci hanno dato preventivi da 60 fino a 120 euro a tampone. Oltre ai dipendenti, medici di medicina generale, protezione civile, forze dell'ordine e vigili del fuoco, sono in fase di esecuzione i tamponi anche ai farmacisti del territorio, che hanno un ruolo strategico. È stata completata l'esecuzione dei tamponi a dipendenti e ospiti dell'Iras di Rovigo e proseguiremo con tutte le rimanenti case di riposo polesane, alle quali continueremo a fornire dispositivi di protezione individuale, che non spetterebbe a noi, ma che facciamo per la delicatezza di queste strutture ora che si è stabilizzato il canale di fornitura».
Francesco Campi
Ultimo aggiornamento: 16:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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