Coronavirus, i contagi calano ma lentamente, altri sanitari trovati ​positivi

Giovedì 16 Aprile 2020 di Francesco Campi
Coronavirus, i contagi calano ma lentamente, altri sanitari trovati positivi

ROVIGO - Il contagio rallenta ma non si ferma, con altri quattro casi di positività, tre dei quali fra personale sanitario e, in particolare, due infermiere sempre del reparto di Geriatria. E anche la scia di lutti dovuta al Coronavirus si allunga ulteriormente. Martedì sera alle 22 si è infatti spento Vittorino Zani, 83 anni, di Castelmassa. Era stato ricoverato il 23 marzo in Malattie infettive a Rovigo, il 27 marzo era stato spostato a Trecenta in Area Covid, dove le sue condizioni si erano aggravate al punto da portarlo, il 13 aprile, in Terapia intensiva. Ma, nonostante gli sforzi del personale sanitario, non ce l’ha fatta, anche perché il suo fisico era già molto debilitato. Come per tutti i decessi, il direttore generale dell’Ulss Polesana Antonio Compostella ha rivolto ai familiari le condoglianze personali e dell’intera azienda sanitaria.
SECONDA VITTIMA IN PAESE
Si tratta del secondo residente a Castelmassa piegato dal virus, il 20esimo in Polesine, ai quali si aggiungono quelli dei due residenti in provincia di Padova morti nelle strutture polesane e quelle dei due polesani residenti a Cento e Merlara. Fra le nuove positività emerse ieri, quella di una 47enne altopolesana, che aveva avuto un contatto con un caso positivo e che era già in isolamento domiciliare: improvvisamente le è salita la febbre e martedì è stata ricoverata in Malattie infettive, ricevendo ieri mattina il responso del tampone. Gli altri tre casi sono quelli di una 39enne rodigina, medico in una struttura padovana, che ha effettuato lì il tampone e la cui positività è stata poi comunicata dall’Ulss Euganea a quella Polesana, nonché di altre due infermiere del reparto di Geriatria, pesantemente investito dal contagio, entrambe ferraresi.
REPARTO-FOCOLAIO
In tutto sono 17 gli operatori di Geriatria risultati positivi su 49 totali, mentre i pazienti contagiati sono stati 23 sui 36 che erano ricoverati. Complessivamente i dipendenti dell’Ulss risultati positivi, uno già guarito, sono stati 33: 22 infermieri, 10 Oss, un fisioterapista e un medico. I ricoverati per Coronavirus ieri erano 49, tutti nel polo di Trecenta, 23 in Area medica Covid, 17 in Terapia semintensiva respiratoria e 9 in Terapia intensiva. Le persone che hanno avuto un riscontro di positività in Polesine dall’inizio dell’epidemia sono 295. Con un’ulteriore guarigione ufficializzata ieri, le persone che hanno superato il virus salgono a 62. Sono infine 560 le persone in isolamento domiciliare.
ISOLAMENTO
«L’ISOLAMENTO è L’arma vincente per contenere il virus – sottolinea Compostella – Il Polesine, infatti, si conferma la provincia in Veneto con il più basso numero di casi in senso assoluto, ma anche quella con il più basso tasso di prevalenza, vale a dire persone positive ogni mille abitanti. È pari a 1,21 per mille ed è il secondo più basso di tutto il Centro-Nord Italia dopo Gorizia. Ma il Polesine è anche la provincia con il numero di persone in isolamento domiciliare più alto in rapporto alla popolazione. E c’è una correlazione fra le due cose».
CASE DI RIPOSO
«Incoraggiante anche il quadro delle case di riposo, perché al termine delle screening abbiamo solo i 36 già noti riscontri di positività fra tutti gli ospiti e i 13 fra i dipendenti. Importante, soprattutto, l’esempio delle strutture che hanno avuto i primi casi, dove le azioni messe in atto hanno evitato che l’infezione si propagasse».
Nonostante i segnali incoraggianti, il messaggio di Compostella non è troppo ottimistico: «Indubbiamente, a livello generale, il quadro sta cambiando, ma questo non vuol dire che stiamo risolvendo il problema Coronavirus: stiamo limitando il numero dei casi positivi, tuttavia il problema rimarrà fino a quando non ci sarà un quadro di immunità generale o si arriverà a un vaccino. Fintantoché non avremo questo, continueremo ad avere a che fare con il Coronavirus e, indipendentemente dal fatto che il 5 di maggio, o quello che sarà, le autorità decidano di ridurre o togliere le limitazioni, dovrà rimanere altissimo il senso di responsabilità perché conviveremo con la presenza del virus e ogni volta che ci sposteremo, ci incontreremo o andremo a lavorare rimarrà la possibilità di contrarre l’infezione. Le cose non torneranno più come prima, dovremmo abituarci ad avere comportamenti individuali e collettivi diversi».
Ultimo aggiornamento: 07:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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