L'Europa Palace continua a essere Covid hotel: in quattro mesi molti ospiti-pazienti

Mercoledì 14 Aprile 2021 di Roberta Merlin
L'hotel Europa Palace di Rovigo è uno dei sedici Covid hotel in Veneto

ROVIGO È ancora a disposizione dei pazienti Covid l’hotel Europa Palace di Rovigo, una delle 16 strutture venete che si sono momentaneamente convertite a Covid Hotel per i soggetti positivi che preferiscono non tornare a casa per non contagiare i conviventi.

L’albergo di viale Porta Po è aperto da fine novembre: 20 le camere disponibili. In questi mesi, la struttura non ha mai raggiunto il tutto esaurito: qualche camera è stata comunque sempre occupata. I dati di questa soluzione studiata dalla Regione in collaborazione con gli albergatori non sono ancora stati resi noti. «L’hotel non è mai stato vuoto – spiega il proprietario Walter Marcheselli - Abbiamo alloggiato diverse tipologie di ospiti, uomini e donne di età variabile, italiani e stranieri che si trovavano in Polesine per lavoro o persone comunque residenti in provincia. La permanenza di ciascun ospite è stata in media di tre settimane. A volte anche di quattro, in caso di persistenza della positività».

SOLUZIONE ALBERGHIERA
Un servizio a disposizione di positivi maggiorenni, autosufficienti e asintomatici. Il protocollo relativo all’accoglienza prevede che l’Ulss invii all’hotel il nominativo della persona con l’orario di arrivo. L’ospite viene dunque accolto dal personale dotato degli strumenti di protezione necessari. Dopo il check-in, viene inviato in un ingresso specifico e accompagnato in camera. Da quel momento, i contatti con familiari e personale dell’hotel sono solo telefonici. Una volta al giorno gli operatori chiedono lo stato di salute dell’ospite. I tamponi vengono eseguiti direttamente in camera dal personale dell’Ulss. Il cambio della biancheria e la consegna dei pasti avviene invece in modalità “service room”, fuori dalla camera, a distanza di sicurezza.«Non abbiamo mai avuto famiglie – spiega l’albergatore - A Pasqua abbiamo cercato di rendere meno triste la lontananza degli ospiti dalle loro famiglie offrendo loro una fetta di colomba artigianale e una bottiglietta di prosecco. Per tutto il periodo di permanenza, il personale dell’hotel ha comunque cercato di instaurare un rapporto familiare con gli ospiti». Tranquillo anche il decorso in hotel sul fronte sanitario. «Gli ospiti sono senza sintomi della malattia e autosufficienti – spiega l’albergatore –, dunque il soggiorno di queste persone non ha mai creato problemi sanitari». Sono meno di una ventina i Covid hotel individuati in Veneto, ovvero strutture ricettive che, negli ultimi quattro mesi, sono state utilizzate per ospitare persone positive al Coronavirus dimesse dall’ospedale, quindi che non hanno più bisogno di cure, e che però non possono rientrare nella propria abitazione perché rischierebbero di contagiare i conviventi: ad esempio anziani che potrebbero contagiare il coniuge o chi ha magari una famiglia numerosa e un appartamento piccolo che non consentirebbe un corretto isolamento. Secondo il protocollo con l’Ulss 5, per usufruire del servizio è prevista una compartecipazione alla spesa da parte degli utenti in relazione all’Isee del nucleo familiare di appartenenza con una spesa di 5 euro al giorno per le famiglie con reddito superiore a 15 mila euro annui.
Nel prossimo decreto, il Governo dovrà decidere se rinnovare la copertura del servizio o chiudere l’esperienza dei Covid hotel.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci